"Certamente la giustizia non può e
non deve essere segreta, d'altra parte viene resa in nome del
popolo italiano. Le udienze sono pubbliche. D'altra parte
l'articolo 97 della Costituzione ci parla di trasparenza della
pubblica amministrazione, trasparenza significa anche poter
pubblicare notizie che riguardano vicende giudiziarie su
persone", pur "con il diritto del singolo a non vedersi trattato
come un delinquente quando ci sono invece semplicemente delle
indagini in corso". Così il presidente del tribunale di Aosta,
Eugenio Gramola, sul dibattito relativo ai rapporti tra stampa e
giustizia, rispondendo ai giornalisti due giorni dopo la sua
nomina da parte del Csm a presidente della Corte d'appello di
Trento.
"Siamo - ha detto Gramola - nell'ambito di scelte del potere
legislativo, e del governo in definitiva, sulle quali io non
ritengo di dovermi esprimere. Però una cosa è certa: occorre
comunque garantire un equilibrio tra il diritto all'informazione
delle persone e il diritto alla privacy".
Per il magistrato "non si può pensare di arrivare a poter
dare delle notizie soltanto a seguito, per dirla proprio al
limite estremo e assurdo, di una sentenza passata in giudicato"
ma "occorre trovare un punto di equilibrio, e spero venga
correttamente trovato".
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