Il Consiglio permanente degli enti locali ha dato al via libera all'unanimità al protocollo di intesa con l'azienda Usl per la concessione di uso di locali comunali adibiti a studi medici. L'accordo nasce dalla volontà di contrastare la carenza di medici di base, soprattutto nei territori più decentrati. "E' un tentativo di avere un modello uniforme sul territorio.
Ci sono ambulatori che mettete a disposizione gratuitamente, altri che rimborsiamo, altri in cui a pagare sono i medici di medicina generale. Vorremmo proporre un modello uniforme in cui sia l'Usl a farci carico dei costi in modo da incentivare i medici ad andarci", ha detto ai sindaci il direttore generale dell'Usl, Massimo Uberti.
E' previsto, si legge nel protocollo, che i comuni "che dispongono di locali idonei adibiti a studio medico e che aderiscono al protocollo concedano in uso tali locali a titolo gratuito ai medici di assistenza primaria o ai pediatri di libera scelta che operano sul territorio di rispettiva competenza". Lo stesso accordo prevede che l'Usl "compartecipi, tramite rimborso forfettario, alle spese sostenute dai comuni per l'utilizzo dei locali", da 528 euro annui per gli studi medici aperti un giorno alla settimana sino a 3.552 per quelli operativi cinque giorni su sette. I comuni si occuperanno di allestire gli studi e della manutenzione ordinaria e straordinaria dei locali e potranno trasmettere l'eventuale fabbisogno di arredi e attrezzature all'Usl.
L'accordo è valido dalla sottoscrizione alla fine del 2026 e potrà essere tacitamente rinnovato per altri tre anni.
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