L'inverno 2022-23 in Valle d'Aosta è
stato caratterizzato da scarsità di precipitazioni soprattutto
nella prima parte della stagione. "Nel tardo inverno e inizio
primavera alcuni apparati glaciali, in particolare quelli
rivolti verso il confine italo-francese", come il ghiacciaio del
Rutor, "hanno potuto beneficiare di apporti nevosi più cospicui,
legati al transito di masse d'aria umida di origine atlantica.
Nonostante le nevicate ricevute in extremis, il quadro
complessivo dello stato di salute dei ghiacciai valdostani
rimane comunque allarmante, con scarse precipitazioni invernali
e stagioni di intensa e prolungata fusione". E' quanto emerge -
comunica Arpa Valle d'Aosta - dalle attività di monitoraggio del
bilancio di massa per l'anno 2023 condotte sui ghiacciai di
Timorion (Valsavarenche) e Rutor (La Thuile) tra maggio e
settembre.
"Oltre alla riduzione della massa glaciale e l'arretramento
delle fronti, prosegue la frammentazione degli apparati,
l'emersione di isole rocciose più o meno ampie e l'aumento della
copertura detritica che aggraveranno ulteriormente le dinamiche
di fusione future".
Sul Timorion, il valore di accumulo nevoso dello scorso
inverno si pone al quarto posto fra i più bassi dell'intera
serie di misura di 23 anni, seguendo il 2008, anno con il valore
minimo, il 2022 e il 2005. "Ciò testimonia - fa sapere Arpa - il
grave stato di sofferenza dei ghiacciai valdostani posti alle
quote intermedie e caratterizzati da bacini di accumulo di
estensione limitata". Anche sul Rutor il bilancio di massa
complessivo è ancora negativo, "il quarto peggiore della serie
temporale, in linea con il trend attualmente registrato su tutto
l'arco alpino, ma la situazione che lo riguarda è meno critica
rispetto a quella del Timorion".
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