Riscrivere con uno studio accademico i concetti dell'economia 'mainstream', adattandoli al contesto montano. Un modo per dotare la politica di uno strumento, con basi scientifiche e tecniche, utile ad affrontare le sfide delle 'terre alte', a partire dallo spopolamento. E’ l’obiettivo del volume sulla ‘Economia di montagna’ che nascerà da uno studio dell’Università della Valle d’Aosta sulla base di un accordo con la Regione e che sarà rivolto anche agli studenti di laurea triennale del secondo e terzo anno, nell’ambito del progetto di ricerca di ateneo ‘A-mont - Accordo quadro transfrontaliero’.
"L'autonomia differenziata prevede che emerga il tema dei costi standard, ma vivere in montagna costa di più. Questo vale nei rapporti tra le regioni e i comuni che hanno zone di montagna e lo Stato, che deve entrare in quest'ordine di idee", ha sottolineato durante la conferenza stampa di presentazione l'assessore agli Affari europei, innovazione, Pnrr e politiche nazionali per la montagna, Luciano Caveri.
"Realizzeremo il libro in due anni" e "abbiamo scelto di organizzare dieci capitoli su tre parti", ha anticipato il professor Marco Alderighi, direttore del dipartimento di Scienze economiche e politiche e coordinatore del progetto. "La prima, su attività produttive e lavoro, evidenzierà i sovraccosti per alcune attività in montagna, ma anche i vantaggi; la seconda, su istituzioni e servizi, con il funzionamento dei mercati nei territori montani che è diverso rispetto alla pianura. Poi approfondiremo gli aspetti relativi ai servizi pubblici e privati. L'ultima parte riguarda le specializzazioni montane, tiene conto di vantaggi e svantaggi ma anche delle attività caratteristiche dei territori montani".
"La sfida, non solo per i centri di ricerca di montagna, è di restare aperti a un confronto con altri territori alpini", ha sottolineato la rettrice, Manuela Ceretta.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA