E' suonata la campanella per 17.000 alunni delle scuole valdostane. L'inaugurazione dell'anno scolastico è avvenuta a Emarèse, la cui primaria è stata riaperta dopo 25 anni: "Servono politiche per sostenere le scuole di montagna", dice l'assessore all'Istruzione Luciano Caveri, durante l'inaugurazione. Nel suo discorso Caveri ha ricordato Joseph-Marie Tréves, fondatore de La Jeune Vallée d'Aoste, "caposaldo dei giovani valdostani per contrastare il fascismo, anche a difesa delle scuole di villaggio".
"Oggi mantenere le scuole di montagna non è facile e ci vogliono politiche che portino a riavere persone in montagna o far sì che non scelgano di andarsene. La presenza o meno del servizio scolastico, almeno ai primi livelli, è fondamentale", ha aggiunto Caveri. In quest'ottica "ci apprestiamo a stanziare mezzo milione di euro per il settore del digitale - prosegue l'assessore - perché dopo la parentesi scura dell'obbligo della Dad per contrastare la pandemia, la digitalizzazione può essere un elemento positivo per le scuole di montagna".
L'inaugurazione dell'anno scolastico si snoda fra Emarèse e Châtillon, all'istituto Don Bosco: "La formazione professionale è importante - continua Caveri - perché abbiamo tante industrie e imprese che cercano personale tecnico. L'esempio del Don Bosco è, da molti decenni, un'esperienza interessante".
Rispetto all'assegnazione delle cattedre vacanti (circa 200 su 600) "gli uffici stanno lavorando alacremente e da qui a giovedì saranno completate, speriamo che non ci siano ostacoli ulteriori o errori". Hanno ripreso l'attività scolastica 2.200 docenti e quasi 17 mila alunni. Di questi ultimi 2.519 nella scuola dell'infanzia, 5.048 in quella primaria, 3.565 nella secondaria di primo grado e 5.827 nella scuola secondaria di secondo grado.
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