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Montagna: Club alpino italiano, rivedere economia legata a sci

"Non vi sono condizioni per espansione attuali comprensori"

"Stagnazione duratura del mercato sciistico, forte concorrenza internazionale, cambiamenti climatici in corso e conflitti con la protezione della biodiversità impongono un ripensamento dell'economia legata allo sci da discesa e alle aree montane in generale". Lo scrive il Club alpino italiano in un recente documento dedicato all'industria della neve nel contesto della crisi climatica.
    Secondo il Cai, tra l'altro: "Non vi sono le condizioni per ulteriori espansioni dei comprensori sciistici verso zone intatte e tantomeno all'interno delle aree protette a livello europeo o nazionale; è invece necessario gestire nel modo più razionale e sostenibile le stazioni sciistiche che presentino ancora buone prospettive, al fine di attirare un pubblico che dispone di molte offerte concorrenziali nell'arco alpino europeo, attraverso la necessaria diversificazione e ammodernamento delle attività, ma rigorosamente all'interno dei limiti degli attuali comprensori e urbanizzazioni; la gestione sostenibile per l'ambiente richiede una revisione della pratica dell'innevamento artificiale; si deve preparare la transizione verso modelli differenti di sviluppo, soprattutto nel caso delle stazioni a quote più basse o in situazione più fragile rispetto alla concorrenza". Per il Club alpino italiano, infine, "si devono mettere in evidenza località montane diverse dalle stazioni sciistiche, attraverso la proposta di forme di turismo differenti rispetto allo sci alpino e forme di ospitalità diffusa su tutto il territorio".  
   

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