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Casinò, pm a gip:perizia bilanci 2011-17

Casinò, pm a gip:perizia bilanci 2011-17

Richiesta incidente probatorio notificata a indagati bancarotta

AOSTA, 23 ottobre 2019, 19:57

Redazione ANSA

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Nell'ambito dell'inchiesta per bancarotta fraudolenta sulla gestione della Casinò de la Vallée spa, la procura di Aosta ha chiesto al gip un incidente probatorio affinché nomini un perito che valuti i bilanci della società dal 2011 al 2017. Gli indagati sono gli ex amministratori unici Luca Frigerio, Lorenzo Sommo e Giulio Di Matteo e gli ex sindaci Fabrizio Brunello, Jean Paul Zanini e Laura Filetti. La legge fallimentare persegue le condotte di chi ha causato il dissesto di una società sia in caso di fallimento, - fa sapere la guardia di finanza - sia in caso di ammissione di una procedura concorsuale alternativa, come il concordato preventivo il cui decreto di omologazione è stato emesso ieri dal tribunale.

Oltre alla bancarotta, aggiunge la gdf, "viene nuovamente contestata la falsità dei bilanci già oggetto di altra indagine sempre coordinata dalla procura della Repubblica di Aosta, che sarebbe stata attuata anche per nascondere il reale stato di decozione dell'azienda, aggravandolo ulteriormente".

Gli inquirenti ipotizzano che alla base della bancarotta del Casinò ci sia un reato di falso bilancio perpetrato per anni, anche con l'appostazione delle imposte anticipate in bilancio. La legge fallimentare prevede che la bancarotta impropria, o bancarotta societaria, sussiste se vengono commessi dei fatti di falso in bilancio e se la società fallisce, o va in concordato, e se quei fatti hanno contribuito a cagionare o ad aggravare il dissesto.

Per questo la richiesta dei pm Luca Ceccanti ed Eugenia Menichetti al gip è di nominare un perito che valuti se, e in che misura, le condotte - come eventuali falsi in bilancio - tenute da ex amministratori della Casinò de la Vallée spa ed ex sindaci abbiano provocato o comunque aggravato il dissesto della casa da gioco e lo sbilancio costi-ricavi. La perizia è di importanza cruciale per la procura, che con l'istanza di incidente probatorio punta ad ottenere già nella fase delle indagini preliminari una prova - utilizzabile nell'eventuale dibattimento - dei presunti reati commessi in sette anni di gestione del Casinò.

In base alla normativa, il reato di bancarotta ipotizzato dagli inquirenti si è configurato ieri, 22 ottobre, con l'omologa del concordato. Unica parte lesa nella vicenda - secondo l'ottica accusatoria - sono i creditori, rappresentati dal commissario giudiziale: il concordato preventivo in continuità, pur salvando l'azienda dal fallimento, ha creato loro un danno (i chirografari, in base al piano, percepiranno il 78 per cento di quanto dovuto). Secondo quanto si è appreso non ha alcun rilievo penale - e né l'avrà una volta terminato l'iter di conversione - il credito di 48 milioni di euro vantato da Finaosta e destinato a diventare patrimonio della Casinò de la Vallée spa attraverso lo strumento finanziario partecipativo, previsto da una legge regionale approvata lo scorso luglio.

Casinò: pm,da Di Matteo incarichi ingiustificati per 3,4 mln  - Ammontano a 3 milioni 488 mila euro le consulenze e gli incarichi che, secondo l'ipotesi della procura di Aosta, l'ex amministratore unico della Casinò de la Vallée spa Giulio Di Matteo ha attribuito a "fronte di compensi del tutto ingiustificabili alla luce dello stato di grave crisi in cui si trovava la società", concorrendo così "a cagionare il dissesto della Cava spa". Di Matteo, come le altre cinque personalità coinvolte, è indagato per concorso in bancarotta fraudolenta in relazione al reato di false comunicazioni sociali. Le "operazioni dolose" che, scrive la procura nella richiesta di incidente probatorio, Di Matteo aveva messo in atto sono: l'incarico da "temporary manager per la gestione alberghiera, congressuale e centro benessere Saint Vincent resort e Casinò" con benefits "fino al 10 per cento del contratto" per vitto, alloggio, auto e lavanderia (a Santino Giusti, per 118 mila euro); l'incarico da "temporary manager per la gestione delle risorse umane" (a Massimo Canepa, per 118 mila euro e con gli stessi benefits di Giusti); l'incarico "per l'ottenimento di una fidejussione per la seconda Fornero" (a Luciano Baielli, per 72 mila euro); il "contratto stipulato con la Moose dell'elevatissimo importo di 741.000 euro, parrebbe con l'oggetto di 'ampliamento sala fumatori', non meglio specificato"; il "contratto con C.M. service srl, dell'importo di 860.330,40 euro (pare esistente anche un ulteriore contratto con la stessa società, riferito al servizio di housekeeping Upsa)".

Vi sono poi, sempre secondo la procura di Aosta, "i già noti contratti con la Cvs service srl, in particolare quello per i servizi di guardaroba (382.432,94 euro), quello per il servizio di portineria (239.053,91 euro), quello per il servizio di front office (156.000 euro) e quello per le operazioni di conta (207.705,60 euro)", un servizio "svolto dai dipendenti del Casinò" e che da parte della Cvs "consisterebbe esclusivamente nel trasporto del denaro dalle casse e dai distributori automatici presso il luogo ove avvengono le operazioni di conta"; il "contratto per attività di pulizia, stipulato con la Sph soluzione per hotellerie società cooperativa, del valore di 438.112,56 euro riferito a servizi di pulizia aree comuni della parte alberghiera; il "contratto per servizi pubblicitari non meglio determinati stipulato con 'Chiaramello Paolo visual designer" da 156.000 euro; il "contratto stipulato con Silma Italia di Mancuso Silvestro, del quale non è indicata l'entità, per addetti alla sicurezza interna".


Le ipotesi di reato nei confronti degli ex amministratori unici Luca Frigerio e Lorenzo Sommo e degli ex sindaci Fabrizio Brunello, Jean Paul Zanini e Laura Filetti riguardano l'esposizione - indebita secondo la procura - nei bilanci 2012, 2013, 2014 e 2015 di imposte anticipate per, rispettivamente, 7.940.784 euro, 16.565.145 euro, 22.516.743 euro e 23.974.946 euro. Personalità, bilanci e fatti che sono in parte già stati al centro del processo sulla presunta truffa alla Regione da 140 milioni di euro (di cui è atteso il secondo grado e che ha visto ad Aosta la condanna di Frigerio e l'assoluzione degli altri imputati).

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