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Tasse evase, arrestati due commercianti

Tasse evase, arrestati due commercianti

Sequestro di beni per oltre 230 mila euro

AOSTA, 16 gennaio 2018, 13:46

Redazione ANSA

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Guardia di finanza, Aosta (Foto: Thierry Pronesti) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Guardia di finanza, Aosta (Foto: Thierry Pronesti) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Guardia di finanza, Aosta (Foto: Thierry Pronesti) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Due valdostani sono stati arrestati dalla guardia di finanza per i reati di associazione a delinquere finalizzata alla sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte aggravata e di autoriciclaggio, il nuovo reato introdotto nel 2015. E' stata anche formulata l'aggravante del reato transnazionale, poiché i fatti contestati sono avvenuti fra l'Italia e la Repubblica Dominicana. Agli arresti domiciliari sono finiti una parrucchiera, Josefina Bienvenida Herrera Nunez, 53 anni, e il suo convivente, Antonino Tripodi (55), dipendente pubblico (al Catasto), entrambi aostani. "E' la prima indagine per autoriciclaggio in Valle d'Aosta', hanno spiegato in conferenza stampa il generale Raffaele Ditroia e il tenente colonnello Francesco Caracciolo.
L'indagine ha preso il via da una verifica fiscale della ditta individuale 'Josefina hair stylist', per gli anni di imposta dal 2013 al 2015. Secondo le fiamme gialle, la parrucchiera aveva presentato le dichiarazioni dei redditi ma non aveva mai pagato le tasse. Approfondendo l'analisi, e' emerso che tra il 2000 e il 2016 all'impresa erano state notificate 129 cartelle esattoriali, per poco meno di un milione di euro. In questa cifra sono compresi 230 mila euro di imposte indirette e Iva mai versate. E' quindi emerso che poter continuare l'attivita' dell'impresa, Tripodi aveva messo a disposizione i suoi conti correnti per i pagamenti e riscuotere corrispettivi. I finanzieri sono quindi andati a fondo, accertando che i due avevano inviato a Santo Domingo circa 150 mila euro attraverso ricariche di carte di credito e money transfer. Denaro che nel Paese centroamericano era stato reinvestito in un attico in centro, una villa in campagna con piscina e almeno due saloni di bellezza (aventi lo stesso brand di quello aostano) con decine di dipendenti. Di qui la contestazione di autoriciclaggio.
Le fiamme gialle ritengono poi che oltreoceano altre 12 persone (anche loro indagate) ricevevano il denaro per metterlo a disposizione della coppia: è quindi scattata anche la contestazione di associazione a delinquere, finalizzata all'autoriciclaggio e alla sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte aggravata.
Le due ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal giudice per le indagini preliminari Giuseppe Colazingari, a seguito della richiesta formulata dal pm Luca Ceccanti, sotto la direzione del procuratore capo di Aosta, Paolo Fortuna.

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