Feeling con Obama. Renzi tesse lodi Usa,miglior alleato

Redazione ANSA

"La mia idea è copiare Obama, copiare la sua strategia" sugli investimenti e la crescita. E le sue parole "contro paura e populismi penso debbano ispirare molti leader in Europa". Matteo Renzi si ferma ad ascoltare all'Onu l'ultimo intervento di Barack Obama da presidente degli Stati Uniti. Gli Usa, commenta poi, sono "il miglior alleato" dell'Italia e Obama indica la via da seguire anche all'Europa. Un tributo, ma anche un ulteriore segno di distanza dai colleghi europei: "L'austerity non è la via per l'Europa. Stressarla - avverte Renzi - significa distruggere l'Europa". Economia e migranti: il premier italiano non si stanca di battere sui due temi in nome dei quali ha ripreso a dar battaglia in Ue. Lo fa anche nella sua seconda giornata newyorkese, in occasione dell'apertura della 71esima Assemblea generale dell'Onu. All'ora di pranzo è l'ospite di un incontro del think thank Council on Foreign Relations. E rispondendo a una domanda, lo ribadisce a chiare lettere: "L'austerity senza visione rischia di essere un errore incredibile e di allargare la divisione tra i Paesi in difficoltà e i Paesi forti. Chi è l'unico paese che riceve un vantaggio da questa strategia? Quello che esporta di più: la Germania. Ma oggi la Germania non rispetta le regole sul surplus commerciale. Io rispetterò le regole europee anche per il futuro anche se non sono d'accordo. Ma perché non lo fa la Germania?", è il messaggio alla Merkel. "Se investiamo nella paura, come fanno una parte dei leader in Europa, siamo finiti", sillaba il premier, che chiude alla possibilità per il governo di Theresa May di negoziare adesso trattati con i singoli stati per aggirare la Brexit rientrando nel mercato unico tenendo chiuse le frontiere: "Dalla Brexit non si torna indietro". "Il problema della Brexit non è la Brexit in sé ma la mancanza di reazione", sottolinea. Ora, spiega, si permette di dirlo più forte perché l'Italia ha fatto riforme attese a lungo ("Due anni fa ero qui a prometterle e mi guardavate come un pazzo", sorride), dal Jobs act che "ha tolto dal tavolo l'articolo 18", al ddl costituzionale che sarà votato nel referendum. Un passaggio cruciale perché "se l'Italia continua a cambiare può cambiare l'Europa", afferma. In questa fase, conferma Renzi, il faro per l'Italia è il rapporto con gli Stati Uniti. "Parliamo con tutti, dialoghiamo con la Russia, siamo un ponte con l'Africa, ma gli Usa sono da sempre il miglior alleato", sottolinea il premier. Che rivendica di aver costruito il rapporto in due anni e mezzo di relazioni diplomatiche culminate nell'invito ricevuto per ottobre da Barack Obama per una cena di Stato alla Casa Bianca, l'ultima della sua presidenza. Un invito che, vista anche la tempistica, non è una ciambella di salvataggio lanciatagli dall'alleato per il referendum, assicura. "Non credo si possa parlare di sostegno ma di convergenza profonda", sottolinea. "Sono contento - aggiunge - che l'Italia sia del coraggio contro paura. Su questo c'è una leadership molto forte degli USA ed è una posizione che portiamo avanti nel dibattito europeo. C'è chi insegue come modelli dittature più o meno geograficamente localizzate e chi investe su paesi che si chiudono a riccio. E invece chi ,come l'Italia fa sempre, considera gli americani e gli Usa il migliore alleato". Un riconoscimento importante, lunedì sera, Renzi l'ha ricevuto dal segretario di Stato americano John Kerry che, nel consegnargli un premio del think thank Atlantic Council, gli riconosce di essere alleato fidato sui dossier internazionali, dall'Iraq alla Siria, e di essere un riformatore "audace" in patria. Lo chiama "high energy guy" ("Ragazzo di grande energia") e racconta di un episodio a margine del G20, riferito dalla stampa inglese: "Ha dato a un calcio a un pesce saltato sulla barca che ospitava i leader", sorride Kerry. Ma Renzi in privato gli assicura che no, quella storia non era vera: "Mi sono allontanato, il pesce lo hanno buttato via altri ma Theresa May ha raccontato che ero intervenuto a proteggerla...".

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