Cia, Mosca intervenuta per favorire Trump

Redazione ANSA

E' bufera in Usa dopo la rivelazione che secondo la Cia la Russia è intervenuta con i suoi hackeraggi nelle elezioni Usa non tanto per minare la fiducia nel sistema elettorale americano, come contestato a meta' ottobre, ma per aiutare Donald Trump a conquistare la Casa Bianca. Uno scoop del Washington Post arrivato poco dopo che Barack Obama aveva ordinato all' intelligence una revisione ''completa'' delle attività di hackeraggio legate alle presidenziali americane prima di concludere il mandato il 20 gennaio. Il fuoco incrociato rischia di delegittimare Trump e di dividere i repubblicani, una parte dei quali, guidata dal sen. John McCain, vuole fare piena luce sulle interferenze russe. Ma il transition team ha gia' reagito duramente con quella che sembra una dichiarazione di guerra all'attuale dirigenza della Cia: ''queste sono le stesse persone che dicevano che Saddam Hussein aveva armi di distruzione di massa. Le elezioni si sono concluse molto tempo fa con una delle piu' grandi vittorie nella storia dei collegi elettorali, è ora di guardare avanti e 'Rifare grande l'America'''. Prima degli ultimi sviluppi, in una intervista pubblicata questa settimana su Time, anche lo stesso Trump aveva ribadito di non credere all'interferenza russa e di ritenere le (precedenti) conclusioni dell' intelligence politicamente motivate. ''Questa è diventata una storia ridicola, non un argomento di conversazione. Ogni volta che faccio qualcosa, loro dicono 'Oh, la Russia ha interferito'', ha detto il presidente eletto. Magari lo diranno anche se nominera' segretario di stato, come ormai pare da fonti di stampa dopo il nuovo incontro di oggi, il ceo di Exxon Mobil Rex Tillerson, che negli anni scorsi ha chiuso molti accordi energetici con il leader del Cremlino Vladimir Putin ed e' contrario alle sanzioni contro Mosca. Una nomina che si presterebbe ad ulteriori sospetti. A tenere banco intanto e' la conclusione della Cia: gli 007 hanno individuato attori legati al governo russo che hanno fornito a Wikileaks migliaia di email hackerate ai danni del partito democratico e di altre organizzazioni, compreso il presidente della campagna di Hillary Clinton John Podesta. Le fonti del Wp descrivono tali attori come noti alla comunità dell'intelligence e facenti parte di una più vasta operazione per spingere Trump e minare le possibilità della sua rivale Hillary Clinton. ''E' opinione della comunità di intelligence che l'obiettivo della Russia fosse favorire un candidato rispetto ad un altro, aiutare Trump ad essere eletto'', ha confidato un alto dirigente Usa. ''Questa è l'opinione dominante'', ha aggiunto. Ma non sottoscritta formalmente da tutte le 17 agenzie di intelligence, a causa di una serie di interrogativi irrisolti. Ad esempio non ci sarebbero prove che il Cremlino ha suggerito agli hacker di passare le email del partito democratico a Wikileaks perche' si tratterebbe di ''intermediari'', non di dipendenti del governo russo. Del resto in passato Mosca ha fatto spesso ricorso a queste figure esterne per rendere plausibile la sua estraneita' a certe operazioni di intelligence. Diversa la ricostruzione del Nyt, secondo cui invece l'intelligence avrebbe identificato i dirigenti russi coinvolti. Lo stesso quotidiano aggiunge inoltre un altro tassello a conferma della tesi della Cia: durante la campagna elettorale gli hacker russi hanno violato non solo il sistema di computer del partito democratico ma anche di quello repubblicano senza però diffondere nessuna delle informazioni rubate al Grand old Party, perche' l'obiettivo era appunto quello di favorire Trump. I due partiti sarebbero stati presi di mira dagli stessi gruppi di hacker, uno chiamato 'Cozy Bear', che non ha pero' mai reso noto alcun documento trafugato, e l'altro 'Fancy Bear', che avrebbe creato due terminali su internet, Guccifer 2.0 e Dcleaks, per divulgare le informazioni rubate, in gran parte tramite Wikileaks. Dopo la precedente conclusione dell' intelligence sulle responsabilita' di Mosca, secondo il Wp, la Casa Bianca voleva rispondere ma temeva di esporsi a critiche pre-elettorali e aveva cercato un sostegno bipartisan al Congresso. Ma i repubblicani si erano divisi, come oggi.

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