Trump sceglie presidente repubblicani capo staff

Redazione ANSA

In questi primi giorni da presidente eletto, Donald Trump è alle prese con un dilemma nella formazione della sua futura squadra di governo: mantenere la linea anti-establishment che lo ha portato al trionfo puntando su fedelissimi e outsider o arrivare al compromesso con il partito repubblicano? Per il tycoon la scelta appare per molti versi obbligata perché è il Grand Old party, con la sua maggioranza alla Camera e al Senato, ad avere in tasca le chiavi per realizzare molte delle riforme promesse. E l'arma per poterlo eventualmente disarcionare, sostituendolo con il più fidato vice Mike Pence (già promosso a capo del transition team): l'impeachment. Per ora Trump ha riempito la sua squadra per la transizione con figli, parenti e lobbisti vicini ai repubblicani. Le nomine di governo saranno una cartina tornasole. Una prima indicazione però è già arrivata in serata con la selezione del 'chief of staff' della Casa Bianca, considerato spesso il secondo incarico di maggiore potere a Washington. La scelta, che irriterà molti degli elettori che hanno votato il magnate contro l'establishment, e' caduta su un insider di Washington: Reince Priebus, presidente del partito repubblicano, che lo ha sostenuto lealmente e ha cercato di fare da ponte tra Trump e i dirigenti Gop, a partire dallo speaker della Camera Paul Ryan. Priebus ha avuto la meglio su Stephen Bannon, presidente della campagna elettorale del tycoon, un ex di Goldman Sachs ma soprattutto padre padrone del sito conservatore di destra (a sfondo razzista) Breitbarb News e figura anti establishment: è stato ricompensato con la nomina a chief strategist e consigliere 'anziano'. Altre caselle chiave per capire in che direzione si muove il presidente eletto sono quelle del segretario di Stato, alla Difesa e al Tesoro. E del consigliere per la Sicurezza nazionale, carica che sembra contesa tra il generale Michael Flynn, un generale dell'intelligence in pensione che è stato il più stretto consigliere di politica estera di Trump, e 'l'interventista' Stephen Hadley, che ha ricoperto il ruolo con Bush e che è in lizza anche per il Pentagono. Chi sceglierà Trump? Un fedelissimo o una figura chiave dell'establishment repubblicano in politica estera? Stesso ragionamento vale per gli altri posti dell'amministrazione, con toto-nomi che alternano figure vicine a Trump provenienti dal mondo privato a politici repubblicani con incarichi istituzionali. In questa fase delicata si inseriscono le pressioni spesso contrapposte di almeno tre gruppi. Il primo è quello del 'clan' famigliare (Donald Jr, Eric, Ivanka e il marito di quest'ultima, Jared Kushner ). Il secondo è quello dei fedelissimi della prima ora, che vorrebbero una resa dei conti con chi nel partito repubblicano non ha sostenuto la candidatura di Trump. Il terzo è quello del Grand Old Party, con Priebus e Pence grandi mediatori. Trump, che non ha nessuna esperienza di governo, dovrà trovare la quadratura del cerchio per accontentare tutti e garantirsi il disco verde al Congresso, senza però annacquare troppo le sue promesse.

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