Il tycoon e Mr Brexit, l'abbraccio a Ny

Redazione ANSA

Brexit da esportazione alla Trump Tower di New York. E' Nigel Farage, il leader euroscettico britannico che non aveva esitato ad appoggiarlo in campagna elettorale, il primo esponente politico straniero ricevuto in cima al suo regno dal presidente-magnate che gli americani hanno scelto per succedere a Barack Obama alla Casa Bianca. Un duetto che spiazza ancora una volta tutte le cancellerie occidentali, divise fra chi continua a storcere il naso e chi si affanna a saltare sul carro del vincitore. Rilassato e ridanciano, Farage è stato accolto con il tappeto rosso. E immortalato in una foto da vecchi compagnoni con Trump. Nessuna dichiarazione, congiunta o separata, a microfoni e telecamere. Ma i cinguettii non sono mancati. "Hanno parlato di libertà, della vittoria e di ciò che questo significa per il mondo", ha fatto sapere Kellyanne Conway, ex campaign manager destinata ad avere un posto di rilievo nella nuova amministrazione. Sono "soddisfatto per la reazione molto positiva di Trump all'idea di riportare Winston Churchill nello Studio Ovale", ha riecheggiato poco dopo Farage, con un riferimento al busto 'declassato' in un corridoio che qualche mese fa aveva scatenato una polemica fra l'allora sindaco di Londra, Boris Johnson, oggi ministro degli Esteri, e Obama. "Questo è un uomo con cui possiamo fare affari", ha twittato ancora il tribuno dell'Ukip, accompagnando il post con l'immagine di lui e Trump sorridenti dinanzi all'ascensore dorato del grattacielo. "Il suo sostegno al rapporto tra Usa e Regno Unito è molto forte. Sono convinto che sarà un buon presidente". Convinzione alimentata dal reciproco sostegno (quello di Donald al referendum pro Brexit, quello di Nigel alla corsa presidenziale dell'avversario di Hillary) su cui i due, con innegabile fiuto e naturale feeling, avevano scommesso a urne aperte. Ne è nata un'amicizia pittoresca che inquieta i liberal. Ma a quanto pare pure un rapporto politico solido che rischia d'imbarazzare il tentativo del governo Tory di Theresa May - testimoniato dal plateale rifiuto con cui Johnson si è appena sfilato dall'incontro fra ministri Ue sul 'caso Trump' - di creare una nuova 'special relationship' senza passare per i buoni uffici di Farage. Con la speranza, forse l'illusione, d'influenzare 'The Donald'.

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