Hillary la predestinata, stavolta vietato sbagliare

Redazione ANSA

E' l'ora di Hillary Clinton, e' stavolta, dopo l'amarezza del 2008, e' vietato sbagliare. Quando nel 1975 a Fayetville, in Arkansas, sposo' Bill Clinton, Hillary Rodham sembro' sacrificare la sua professione e la sua promettente carriera per amore. Ma il futuro davanti alla appassionata e determinata giovane avvocatessa di Chicago - laureata alla Yale Law School e sempre in prima fila sul fronte dei diritti delle donne - non poteva essere piu' luminoso: mai avrebbe immaginato di diventare first lady e, in meno di 40 anni, di ricoprire l'incarico prima di senatrice poi di segretario di stato, guidando nella prima parte della presidenza Obama la politica estera statunitense. E di avviarsi a essere la prima donna candidata alla presidenza per il partito democratico, la prima a battersi per diventare il primo presidente donna degli Stati Uniti, e portare alla Casa Bianca il primo 'First husband', Bill Clinton, l'ex presidente. Una serie di 'prime' che caratterizzano la vita di Hillary. Bill le aveva aperto la strada nel 1992 durante la sua campagna elettorale: ''Vi offro due presidenti al posto di uno'', diceva per accattivarsi gli elettori. Insomma, una "predestinata". Si racconta che proprio lei ribattezzo' Fayetville in 'Fateville', la citta' del fato. Un destino che non era quello di una donna destinata a rimanere nell'ombra, un passo indietro rispetto al marito Bill che nel 1993 l'aveva portata alla Casa Bianca. Chi la conosce bene parla di una donna non solo molto determinata e con una grande forza di volontà, ma dotata anche di enorme ambizione e di un forte spirito di indipendenza, a costo di andare contro tutto e tutti. Quella forza che l'ha portata a tanti successi e che l'ha aiutata a uscir fuori alla grande dai momenti più duri della sua vita. Due quelli più difficili, che avrebbero stroncato la volontà di molte altre persone: lo scandalo legato alla relazione tra Bill Clinton e la stagista della Casa Bianca Monica Lewinski nel 1995 e la sconfitta alle primarie democratiche del 2008 con Barack Obama. Eppure Bill e Barack sono i due "uomini della sua vita", tanto che se dovesse diventare la prima presidente donna degli Stati Uniti molti parlano di "terzo mandato Clinton" o di "terzo mandato Obama". Hillary non e' un'oratrice come Obama e non e' un politico in grado di vendersi al pubblico come Bill, e ne e' consapevole. ''Non sono un politico naturale come Obama o mio marito'', ha ammesso nel corso di un dibattito con il rivale Bernie Sanders. Passata la bufera l'incorreggibile Bill e' rimasto al suo fianco, ed e' ora il primo sostenitore di Hillary, oltre che detentore di una enorme dote di rapporti fondamentali per la sfida che l'ex first lady si appresta ad affrontare contro un osso duro come Donald Trump. Ed e' stato Barack Obama, dopo averla mandata al tappeto, a ridarle nuova vita, mettendola a capo della diplomazia Usa e ora appoggiandola per far restare la Casa Bianca in mano democratica. Opportunismo o grande personalità, mai la figura di Hillary e' comunque apparsa succube rispetto a quella dei suoi due punti di riferimento. Per 14 anni consecutivi, e per 20 in tutto, e' la donna più ammirata dagli americani. Nella classifica Forbes delle donne più potenti al mondo e' seconda nel 2016 dietro ad Angela Merkel. Accusata di essere troppo legata agli interessi di Wall Street o di essere troppo "anziana" per diventare presidente, Hillary risponde con la stessa forza e determinazione di sempre. Anzi, orgogliosa di poter diventare anche la prima presidente 'nonna' degli Stati Uniti.

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