Lotta all'ultimo delegato: Sanders vuole New York

Tra i repubblicani. Ben Carson cacciatore di voti per Trump

Redazione ANSA

(di Anna Lisa Rapanà)

Improbabile ma non impossibile. Bernie Sanders vuole andare fino in fondo nella sua sfida ad Hillary Clinton. Almeno fino a giugno quando le primarie arriveranno in California. E poi alla Convention del partito democratico, il mese successivo. Improbabile, sì, che il senatore 'liberal' possa a questo punto erodere in maniera significativa il vantaggio in termini di delegati accumulato da Hillary Clinton, conquistando la nomination democratica al posto della ex segretario di Stato, ex senatrice, ex first lady.

Ma quel cosiddetto 'momentum', lo stato di grazia cui la sorprendente campagna di Sanders è giunta, il 74enne senatore del Vermont vuole sfruttarlo fino in fondo per dimostrare che correre al grido di "rivoluzione politica" non e' un'eresia, nemmeno in America. Vuole continuare a pungolare la rivale da sinistra e vuole farlo anche a New York, Stato di cui Hillary Clinton e' stata senatrice e dove gioca in casa. C'è una strategia precisa in questa direzione, stando al Washington Post che cita indiscrezioni della campagna di Sanders secondo cui il piano e' di andare all'attacco con un 'tour' serratissimo e uno schema simile a quello applicato con successo in Michigan, dove nelle scorse settimane il senatore liberal ha messo a segno un sorpasso inaspettato.

E la vittoria appena conseguita ad ovest, dove si e' aggiudicato con largo margine i caucus, le assemblee di elettori di sabato nello Stato di Washington, in Alaska e alle Hawaii - una delle giornate migliori per il senatore del Vermont - non può che rafforzare questo piano, insieme con la convinzione che anche in Wisconsin, dove si vota il 5 aprile, Sanders abbia una chance. Allora intanto attacca Hillary definendo "oscena" la cena per raccolta fondi in programma il 15 aprile con l'ex segretario di Stato, George e Amal Clooney in California, dove un biglietto per due cosa oltre 350 mila dollari, il 400% del reddito medio annuo per un cittadino di San Francisco. Inoltre Sanders chiede un dibattito a New York, un faccia a faccia prima del voto il 19 aprile, magari in diretta in tv. Ma la rivale ancora non risponde all'invito. Una cautela più che calcolata, considerato il potenziale 'esplosivo' di uno showdown a New York, un possibile test anche per il Partito democratico, una verifica su quanto e coma possa ricomporsi e tenere insieme le sue anime in vista dello sprint finale in autunno verso l''election day' di novembre che apre le porte della Casa Bianca. La lotta all'ultimo delegato e' in corso anche sul fronte repubblicano con Donald Trump che manda avanti il suo ex rivale Ben Carson a fare incetta di 'endorsement' tra quei delegati che a Cleveland a luglio attribuiranno la nomination repubblicana. Carson li deve incontrare uno ad uno nel tentativo di assicurarsi il maggior numero di promesse di voto alla Convention. Perché se Trump guida tra i contendenti del Grand Old Party (Gop), il suo vantaggio su Ted Cruz che gli sta alle calcagna è netto in termini di voti ma non così blindato ancora in termini di delegati. Da cui la battaglia lanciata in Louisiana, dove il tycoon minaccia di fare causa a Cruz che potrebbe ottenere più delegati di lui nello Stato, nonostante sia stato Trump a vincere quelle primarie repubblicane.  (ANSA).

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