(ANSA) - ASSISI (PERUGIA), 20 SET - Esperti dei principali
centri nazionali e internazionali della chirurgia del piede e
della caviglia si sono riuniti ad Assisi nella sala convegni del
Cenacolo per discutere del "Piede piatto nel bambino e
nell'adulto: indicazioni sul trattamento e sul tipo di
intervento chirurgico".
Il convegno è stato organizzato dalla Sicp (Società italiana
della caviglia e del piede) in collaborazione con la struttura
complessa di Ortopedia e Traumatologia dell'azienda ospedaliera
di Perugia. "Il cosiddetto piede piatto nell'età evolutiva ha
una incidenza elevata, tanto da essere, insieme alla scoliosi,
la prima causa di consulenza ortopedica", sottolinea in una nota
della stessa azienda ospedaliera di Perugia il dr Paolo
Ceccarini, responsabile scientifico dell'incontro, specialista
in Ortopedia e Traumatologia presso il Santa Maria della
Misericordia. La nota dell'ospedale riferisce che un tempo
questa condizione del piede veniva considerata alla stregua di
una patologia, con esiti anche permanentemente invalidanti, e di
conseguenza curata con sistemi limitativi, quali le cosiddette
scarpe ortopediche rigide, mentre oggi ci si avvale di
strumenti diagnostici e terapeutici, che portano alla
risoluzione della patologia.
Il convegno si è avvalso anche dell'esperienza del professor
Sandro Giannini, considerato uno dei massimi esperti mondiali
della chirurgia del piede, che ha tenuto una applaudita lettura
magistrale davanti ai 200 partecipanti.
"Nella struttura dell'ospedale di Perugia vengono effettuati
ogni anno circa 100 interventi chirurgici di piede piatto del
bambino - spiega il prof. Auro Caraffa, direttore della
struttura di Ortopedia del nosocomio perugino - con tecniche e
materiali all'avanguardia. È evidente che l'intervento
chirurgico rappresenta una minoranza dei casi, visto che i
livelli di gravità sono differenti e spesso trattabili in
maniera non chirurgica, a patto che la diagnosi corretta e il
trattamento adeguata vengano iniziati precocemente. In questi
casi, già all'età di quattro anni in sinergia con il pediatra è
necessaria una valutazione ortopedica mirata".
Una apposita sezione si è occupata dell'argomento
nell'adulto: "Nella nostra struttura - ha sottolineato il dottor
Michele Palleri, esperto di chirurgia del piede nell'ospedale di
Perugia - viene attuata una metodica innovativa, i cui risultati
estremamente positivi sono stati recentemente valutati e
pubblicati su Foot & Ankle Interrnational journal".
"Il risultato finale è legato anche ad una corretta gestione
post operatoria - ha affermato il prof Giuseppe Rinonapoli- con
un programma riabilitativo dedicato".
Per ribadire la cultura dell'ospedale senza dolore, ha svolto
una relazione l'anestesista dottoressa Melissa Antoneli del
S.Maria della Misericordia, dal titolo: "La gestione del dolore
perioperatorio nella chirurgia del piede e della caviglia".
(ANSA).