"Il provvedimento del Governo sui
nuovi criteri di riparto del Fondo europeo agricolo per lo
sviluppo rurale per il biennio 2021-2022 rappresenta un
compromesso accettabile, poiché salvaguarda la consistenza della
dotazione finanziaria per l'Umbria e le altre Regioni. Viene
infatti istituito un fondo complessivo di 92 milioni di euro che
compensa le risorse che verrebbero meno rispetto al riparto con
i criteri storici, con l'assegnazione all'Umbria di 19 milioni
di euro". È quanto afferma l'assessore all'Agricoltura della
Regione Umbria, Roberto Morroni, esprimendo apprezzamento per
l'atto approvato ieri dal Consiglio dei ministri relativo al
riparto dei fondi europei Feasr per la fase transitoria della
programmazione per lo sviluppo rurale.
"Risorse vitali per la nostra agricoltura - sottolinea - che
come Regione Umbria, insieme alle cinque Regioni del Sud,
abbiamo costantemente difeso nei lunghi mesi di trattativa"
Nei mesi scorsi l'assessore Morroni, insieme agli assessori
all'Agricoltura delle Regioni Basilicata, Calabria, Campania,
Puglia e Sicilia, aveva portato avanti una strenua opposizione
alla proposta di rimodulazione dei criteri di ripartizione delle
risorse per le politiche rurali fra le Regioni italiane
presentata dal ministero dell'Agricoltura, sensibilizzando anche
l'opinione pubblica e chiedendo al Governo di decidere "secondo
equità, evitando scippi di risorse alle Regioni più
svantaggiate".
"Quella approvata ieri dal Governo - sottolinea Morroni, in
una nota della Regione - è una soluzione di buonsenso, che
riafferma una visione unitaria del Paese. È il risultato
dell'azione portata avanti con determinazione dagli Assessorati
all'Agricoltura delle sei Regioni, fondata sulla difesa delle
caratteristiche, dei principi ispiratori e delle finalità di
intervento che sono alla base del Fondo europeo per lo sviluppo
rurale (Feasr)".
"Come Regione Umbria - conclude l'assessore - ribadiamo
inoltre la posizione sostenuta in questi mesi nel corso delle
trattative: siamo pronti ad aprire un confronto sulla
definizione dei nuovi criteri da applicare a partire dal 2023, e
quindi per la nuova programmazione, con una rivisitazione
complessiva che tenga conto, oltre che dei fondi Feasr, anche
del regime dei pagamenti del I pilastro della Pac".
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