La situazione epidemiologica in
Umbria presenta un andamento del contagio da Covid "difforme da
comune a comune" che "non permette un'ordinanza unica regionale,
ma necessita di specifiche decisioni territoriali, fermo
restando, come detto, il pieno supporto della Sanità e della
Regione". Lo sottolinea Palazzo Donini nell'ambito del confronto
in atto con i sindaci - in particolare sull'eventuale chiusura
delle scuole - per individuare le "migliori misure contenitive".
Con la diffusione del virus che risulta maggiore nella provincia
di Perugia e in particolare in alcuni centri di essa.
La Sanità regionale ha già inviato all'Anci e a 29 sindaci
umbri (quelli dei territori maggiormente interessati
dall'incremento dei positivi in rapporto agli abitanti) un
resoconto della situazione epidemiologica, con allegati i pareri
del Comitato tecnico scientifico e del Nucleo Epidemiologico
regionale, così come richiesto al termine di un "lungo e
costruttivo" confronto avuto sabato pomeriggio tra la presidente
della Regione Umbria, Donatella Tesei, il Commissario regionale
all'emergenza Covid, Massimo D'Angelo, e i 29 sindaci. Questi -
riferisce la Regione - avevano concordato nell'attuazione delle
misure restrittive, suggerite dalla Regione a seguito di un
documento inviato alla presidente dal Commissario al Covid e del
verbale del Cts, fatta eccezione per la sospensione delle
lezioni in presenza per le scuole primarie e secondarie. Su tale
argomento era stata infatti richiesta la nota della Sanità,
inviata come detto oggi, in cui vengono evidenziate le varie
situazioni territoriali ed i correlati pareri scientifici (fra
le misure si propone lo stop alla didattica in presenza alle
primarie e secondarie qualora si evidenzia un numero di 200
contagi settimanali su 100 mila abitanti).
Nella stessa nota si sottolinea "la più ampia disponibilità da
parte della Sanità regionale a discutere con i sindaci,
attraverso le Asl, le singole circostanze territorio per
territorio, soprattutto per i comuni sotto i 5 mila abitanti in
cui spesso l'incidenza di nuovi casi, seppur percentualmente
elevata, corrisponde ad un numero assoluto di positivi
contenuto".
Della metodologia adottata dalla Regione Umbria sono stati
messi a conoscenza sia il Ministro della Salute Roberto Speranza
sia il prefetto di Perugia Armando Gradone.
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