La prima Commissione
dell'Assemblea legislativa, presieduta da Daniele Nicchi, ha
approvato la proposta di legge "Ulteriori modificazioni ed
integrazioni alla legge regionale 20/2008 (Disciplina del
Consiglio delle autonomie locali)".
Inoltre i commissari hanno dato il via libera al "Programma
triennale di politica patrimoniale del demanio e del patrimonio
immobiliare della Regione Umbria per il triennio 2024-2026".
Respinta la proposta di richiesta di indizione del
referendum abrogativo della legge 86/2024 sull'autonomia
differenziata delle regioni.
Il testo della proposta di legge che modifica la disciplina
del Consiglio delle autonomie locali - riferisce Palazzo
Cesaroni - è stato elaborato e discusso nella Commissione
speciale per le Riforme statutarie e regolamentari, presieduta
da Daniele Carissimi, ed è firmato da tutti i suoi componenti.
Il provvedimento interviene sia sulle procedure elettorali per
il rinnovo del Cal, sia su aspetti che riguardano il suo
funzionamento. L'atto modifica anche le competenze ed i soggetti
che possono prendere parte ai lavori del Cal, così da rendere la
normativa in linea con le modifiche dello Statuto regionale
approvate dall'Assemblea legislativa nell'ottobre scorso. Tra le
altre cose l'atto modifica il ruolo del Cal nel processo di
partecipazione della Regione alla programmazione dei fondi
strutturali europei, rivede la tempistica per la presentazione
del programma di attività e per la trasmissione della relazione
sulle attività svolte e sulle risorse utilizzate nell'anno
precedente; viene inserito un meccanismo virtuoso di
informazione sull'esito dei pareri del Cal; viene semplificato
il meccanismo elettorale per il rinnovo del Cal alleggerendo gli
adempimenti a carico dei comuni; viene introdotto un gettone di
presenza, a invarianza finanziaria, con il quale si punta a
premiare i presenti, e si punta a irrigidire il meccanismo delle
giustificazioni prevedendo anche nuove cause di decadenza.
Relatori in Aula saranno Daniele Carissimi (Lega) e Donatella
Porzi (misto).
Il Programma triennale di politica patrimoniale del demanio
e del patrimonio immobiliare della Regione Umbria per il
triennio 2024-2026 è un atto proposto dalla Giunta regionale.
Nella valutazione complessiva i fabbricati sono circa mille con
un valore stimato al 2022 di circa 260 milioni; i terreni
corrispondono a circa 27mila ettari per un valore (prezzi
correnti di mercato) di circa 55 milioni di euro. Le
infrastrutture demaniali ferroviarie e telematiche in fibra
valgono circa 130 milioni di euro. Rispetto all'ultimo piano
molti sono stati gli avvicendamenti rispetto al patrimonio.
Relatori in Aula saranno Daniele Nicchi (FdI) e Donatella Porzi
(misto).
La richiesta di referendum abrogativo, ai sensi
dell'articolo 75 della Costituzione, della legge '86/2024'
recante "Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia
differenziata delle regioni a statuto ordinario ai sensi
dell'articolo 116 della Costituzione" è firmata dai consiglieri
Thomas De Luca (M5S), Simona Meloni, Tommaso Bori, Fabio
Paparelli, Michele Bettarelli (Pd), Vincenzo Bianconi e
Donatella Porzi (misto). E' stata respinta con cinque voti
contrari della maggioranza e due favorevoli della minoranza. I
proponenti potranno comunque chiedere che l'atto venga messo
all'ordine del giorno dell'Assemblea legislativa. Nell'atto si
legge che la richiesta di referendum è motivata dal fatto che la
legge sull'autonomia "altera l'equilibrio dei rapporti tra le
regioni e lo Stato. La Regione Umbria per la propria struttura
demografica e la propria conformazione geografica è tra le
regione maggiormente a rischio. La bassa densità di popolazione,
progressivamente soggetta ad un accelerato processo di
invecchiamento e spopolamento, a fronte di un territorio
fortemente connotato da aree interne con una vasta rete di
infrastrutture e servizi da dover sostenere, già nella
situazione attuale si trova ad avere risorse ampiamente
insufficienti per la gestione ordinaria. A questo si aggiunge la
fragilità di una regione piccola che sarà costretta a dover
competere in solitudine su materie di assoluto interesse
strategico qualora tutte le altre dovessero decidere di chiedere
per sé autonomia".
Nel corso degli interventi il primo firmatario, Thomas De
Luca (M5s), ha sottolineato che l'atto segue lo stesso percorso
avanzato in altre cinque regioni: Sardegna, Puglia, Emilia
Romagna, Campania e Toscana, ricordando che "la nostra regione è
una delle più penalizzata dalla legge sull'autonomia".
Per Donatella Porzi (misto) la legge "può creare forti
discrasie tra regioni e regioni ma anche all'interno di una
stessa regione tra una zona e l'altra. Serve una riflessione più
profonda e meno superficiale".
Secondo Paola Fioroni (Lega) con la legge "vengono
introdotti i Lep, livelli essenziali delle prestazioni, che
vanno a configurare un regime di uguaglianza tra i cittadini che
oggi non esiste, ad esempio sui servizi socio assistenziali".
Per Simona Meloni (Pd) "questa legge non è autonomia ma
regionalismo differenziato. Una riforma che moltiplica le
diseguaglianze e va a colpire le persone con maggiori
difficoltà".
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