La seconda commissione
dell'Assemblea legislativa, presieduta da Valerio Mancini, ha
ascoltato, in un'audizione chiesta dal consigliere della Lega
Emanuela Puletti, i rappresentanti sindacali dei lavoratori
dello Stabilimento militare del munizionamento terrestre di
Baiano di Spoleto sulle criticità produttive e occupazionali del
sito.
"Siamo in 103 effettivi a lavorare e ci sono 33 unità
indirette - hanno riferito i lavoratori ai membri
dell'Organismo, in base a quanto riferisce Palazzo Cesaroni - ma
entro il 2023, dopo gli inevitabili pensionamenti, resteremo in
una cinquantina di unità. Il Piano triennale di assunzioni
2021-'23, prevede circa 50 nuove assunzioni, dopo che quello del
2020 è rimasto bloccato e senza concorsi per via del Covid, ma
al momento con il nuovo bando di concorso è stato conteggiato
solo un posto da artificiere e in vista della pubblicazione di
un ulteriore nuovo bando chiediamo, pur essendo lo stabilimento
gestito dal Ministero della Difesa, l'interessamento della
Regione, nella sede della Conferenza Stato-Regioni, per
rappresentare l'effettivo bisogno di nuovo personale, senza il
quale perderemo anche le nuove commesse, oltre che i posti di
lavoro in un territorio come quello spoletino, che ne ha
certamente bisogno".
Lo stabilimento di Baiano - è stato sottolineato - è uno dei
tre (sui nove gestiti dal Ministero della difesa) con un
bilancio costantemente in attivo. Produce reddito per lo Stato
allestendo manufatti esplosivi, controllando l'efficienza del
munizionamento per le armi di tutti i corpi, provvedendo alla
alienazione di manufatti esplosivi tramite termodistruzione e
allestisce giubbe antiproiettile per diverse forze armate. "Non
si tratta solo - è stato detto ancora - di un problema di natura
occupazionale, ma anche di dare continuità a delle attività
specialistiche che vengono tramandate solo in questo
stabilimento, dato che nessuna scuola insegna a fare sminamento,
quindi vi è da salvaguardare anche una conoscenza che viene
tramandata da ottanta anni". Con i "numerosi" pensionamenti in
vista e le assunzioni bloccate "tutto questo è in pericolo",
hanno sottolineato i rappresentanti dei lavoratori.
"C'è anche un problema di sicurezza - è emerso ancora
dall'audizione -, dato che mine antiuomo, granate, munizioni di
carabinieri e finanza hanno una determinata durata di vita, dopo
di che devono essere distrutte, quando non sono più efficienti,
e questo è sempre stato fatto nei 160 ettari dello
stabilimento".
Il presidente Mancini, ha annunciato che su questo problema
verrà redatta una proposta di risoluzione condivisa da tutti i
membri della Commissione e poi sottoposta al vaglio dell'Aula,
nonché all'attenzione di tutti i parlamentari umbri.
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