E' stata celebrata il 10 ottobre,
nella cattedrale di San Lorenzo, a Perugia, la messa in onore
del santo patrono dell'Esercito italiano, San Giovanni XXIII
papa.
La funzione religiosa è stata officiata da monsignor Ivan
Maffeis, arcivescovo di Perugia e Città della Pieve ed ha visto
la partecipazione del personale appartenente alla forza armata
che presta servizio nei vari enti militari della regione.
Gli aspetti organizzativi soo stati affidati al Comando
militare Esercito "Umbria", che ne riferisce in una sua nota.
Don Angelo Giuseppe Roncalli definito, per la sua indole
gentile, "il papa buono" toccò con mano la realtà della vita
sotto le armi offrendosi volontariamente alla leva, mentre era
seminarista, per evitare il servizio al fratello che era
necessario in famiglia per il lavoro nei campi. Successivamente
nel 1915 fu richiamato come graduato nella sanità militare,
fornendo anche assistenza religiosa e morale ai militari feriti
e alle loro famiglie. In seguito divenuto cappellano militare,
con il grado di sottotenente, ha coordinato l'assistenza agli
orfani e ai profughi di guerra.
La commemorazione di San Giovanni XXIII papa, patrono
dell'Esercito dal 2017 con decreto della Congregazione vaticana
per il culto divino, è un'occasione per ricordare il significato
del ruolo rivestito in qualità di militari dell'Esercito
italiano, ovvero quello di difendere, con abnegazione, sempre e
ovunque il bene prezioso della pace, tra ardue sfide che
impongono di essere pronti sia materialmente ma anche
spiritualmente.
La sua figura di cappellano militare viene ritratta come
l'esempio a cui ogni militare deve trarre ispirazione, nel
proprio operato quotidiano, per il bene della patria e delle
libere istituzioni.
Nel territorio nazionale e soprattutto nei difficili contesti
internazionali delle missioni militari, i cappellani
dell'Esercito svolgono una funzione di fondamentale importanza,
in quanto sono i detentori di quei valori a cui la forza armata
si ispira quotidianamente. La loro figura è di pieno conforto
per gli uomini e per le donne dell'Esercito, alla stessa stregua
di come fece San Giovanni XXIII in guerra, durante l'intero
conflitto mondiale.
Nel corso della celebrazione religiosa, il vescovo ed il
colonnello Stefano Silvestrini, comandante dell'Ente militare
regionale, hanno evidenziato quei valori che contraddistinguono
gli uomini e le donne appartenenti alla forza armata, con
l'auspicio che il santo patrono continui a guidare e a
proteggere i militari italiani, ispirandoli al meglio per
l'assolvimento del proprio dovere, al servizio dello Stato e
della collettività, soprattutto in un momento storico così
complesso, caratterizzato da ben 56 conflitti ancora in atto.
Alla celebrazione hanno preso parte anche la presidente della
Regione Umbria, il sottosegretario di Stato agli Interni, la
sindaca di Perugia ed i prefetti delle due province.
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