(ANSA) - PERUGIA, 24 FEB - "L'Umbria è tra le prime regioni
in Italia nell'ambito della prevenzione sanitaria. Per
l'ennesima volta sono i numeri e i dati reali a smentire le
bugie della sinistra". Così il capogruppo all'Assemblea
legislativa Stefano Pastorelli a nome dei consiglieri regionali
del gruppo Lega.
"La fondazione Gimbe - sottolinea - premia nuovamente l'Umbria:
dagli studi svolti circa la resilienza dei servizi sanitari
regionali nell'anno dello scoppio della pandemia, risulta
infatti che la nostra regione è tra le prime in Italia per
l'area della prevenzione".
"Le analisi - prosegue Pastorelli - sono state svolte a seguito
della pubblicazione da parte del ministero della Salute del
monitoraggio, con i nuovi criteri, della griglia Lea attraverso
il nuovo sistema di garanzia che ha collocato l'Umbria tra le
regioni italiane ad aver superato la soglia di sufficienza per
quanto riguarda l'assistenza territoriale e ospedaliera e ad
aver ottenuto un buon risultato circa la prevenzione. Dati
scientifici, numeri esatti, a supporto di analisi approfondite
che si contrappongono alle speculazioni politiche della sinistra
e del Pd sul tema della gestione sanitaria in Umbria e
sottolineano l'importante lavoro svolto dell'assessore regionale
Luca Coletto, in sinergia con aziende sanitarie e ospedaliere
anche sul tema della prevenzione che rappresenta una sorta di
importante 'farmaco'".
"Fare buona prevenzione - rimarca il capogruppo di maggioranza -
significa infatti prevenire l'insorgenza di condizioni
patologiche, ridurre l'incidenza delle malattie e la mortalità,
favorire il mantenimento del benessere e della qualità della
vita, diminuire gli accessi in ospedale e nei pronto soccorso.
Come Lega esprimiamo soddisfazione sia per i risultati raggiunti
in Umbria nel contrasto alla pandemia e nell'area della
prevenzione, premiati dal ministero della Salute e dalla
fondazione Gimbe, sia per quello che si sta facendo oggi per
potenziare le performance diagnostiche e la risposta alle liste
di attesa, un problema annoso esistente in Umbria da prima del
2019 e aggravatosi con lo scoppio della pandemia nella nostra
regione come nel resto d'Italia". (ANSA).