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Accusato di omicidio durante battuta caccia, 'mi è presa paura'

'Non riesco a parlare con la famiglia' dice alla Tgr Umbria

(ANSA) - PERUGIA, 16 FEB - "Non ho avuto il coraggio di fare niente perché mi è presa la paura, mi è crollato il mondo addosso": parla ai microfoni della Tgr Umbria, Piero Fabbri, accusato dell'omicidio di Davide Pampiano durante una battuta di caccia ad Assisi. Lo fa, intervistato da Massimo Solani, durante un sopralluogo chiesto dalla difesa con l' obiettivo di ricostruire quanto avvenuto in quel luogo lo scorso 11 gennaio.
    "Io ero qua - ricorda - era molto più buio, ero convinto che fosse un cinghiale. Non si vedeva niente e purtroppo è successo quello che è successo". "Per me era come un figlio - prosegue - non ce la faccio neanche ad andare a parlare con la famiglia, mi dispiace per la famiglia, per la madre".
    Fabbri, 57 anni, che era stato arrestato con l'accusa di omicidio volontario con dolo eventuale per la morte del ventiquattrenne Davide Piampiano, lo scorso 14 febbraio è stato rimesso in libertà dal gip di Firenze. La decisione e' stata presa dal giudice su richiesta del pubblico ministero toscano.
    Il magistrato ha chiesto al medico legale una nuova valutazione delle lesioni riportate da Piampiano che ha portato ad escludere che il giovane potesse salvarsi in seguito al colpo. Negli atti del gip emerge tra l'altro che il reato contestato a Fabbri, difeso dall'avvocato Luca Maori, e' stato riqualificato da omicidio volontario con dolo eventuale a colposo. Secondo la versione della famiglia, rappresentata dall'avvocato Franco Matarangolo, Fabbri non avrebbe dovuto comunque sparare. Domenica gli stessi familiari di Davide hanno intanto organizzato una fiaccolata. (ANSA).
   

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