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Alfiere a 10 anni, "bella amicizia con il bimbo ucraino"

Alexander, origini russe: "Con Sasha non parlavamo della guerra"

"Con Sasha non parlavamo mai della guerra, noi siamo bambini. Cosa penso della guerra? Che deve finire, che non deve esserci più in nessun posto del mondo". A dirlo all'ANSA è Alexander Bani, il bambino di dieci anni di Città di Castello, con origine russe, che stamani è stato nominato Alfiere della Repubblica dal presidente Sergio Mattarella, per la solidarietà e l'amicizia dimostrata nei confronti di un suo coetaneo scappato dall'Ucraina dopo l'inizio del conflitto e conosciuto alla primaria La Tina della città umbra.
    "Sasha - racconta Alexander - non amava parlare di quanto stava accadendo nel suo Paese. E' arrivato nella mia classe nel marzo scorso, quando facevamo la quarta elementare e visto che potevo aiutarlo con la lingua, mi sono preso cura di lui. Inizialmente c'era una traduttrice, poi visto che io parlo russo, avendo mamma nata in Russia, l'ho aiutato fino al termine della scuola". "Con Sasha - aggiunge - è nata subito una bella amicizia e seppure lui è tornato in Ucraina, ci sentiamo ancora al telefono".
    "Oggi, appena ho appreso di questo premio che mi hanno dato - dice con emozione Alexander - gli ho mandato subito un messaggio, ma non l'ha ancora letto. Comunque credo che sarà felice per me".
    "Sasha - ricorda - era arrivato a Città di Castello con la mamma perché qui ha la nonna ed è rimasto fino al termine della scuola, ma noi ci frequentavamo anche fuori, è venuto anche a vedermi fare break dance. Non è stato molto difficile aiutarlo, lo facevo soprattutto per l'italiano, mentre in matematica se la cavava anche da solo". "Comunque dopo tre mesi qualcosa della nostra lingua l'aveva imparata", sottolinea Alexander. Che adesso spera di riabbracciare presto il suo amico ucraino: "Mi auguro - dice - che la prossima estate possa tornare qui in città a trovare la nonna per sua volontà e non perché costretto a fuggire per la guerra, così avremo modo di incontrarci e giocare di nuovo assieme".
    Sui volti di mamma Elena Gusarova e del papà Ulisse, originario dell'alta Umbria, si legge l'emozione per l'onorificenza ricevuta dal figlio. "Comunque Alexander ha ragione - sottolinea la mamma - la guerra deve finire, abbiamo bisogno di pace e ne hanno bisogno soprattutto i bambini".
   

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