L'avvocato Maria Cesarina Turco ha
rivendicato la sua estraneità ai fatti che le sono stati
contestati nell'ambito dell'indagine sul cosiddetto "esame
farsa" per la conoscenza dell'italiano sostenuto dal calciatore
Luis Suarez all'Università per Stranieri di Perugia. Lo ha fatto
nell'udienza preliminare in corso nel capoluogo umbro.
"La mia assistita ha risposto a tutte alle domande che le sono
state poste" ha detto al termine il suo difensore, l'avvocato
Franco Coppi, specificando che "la Juventus niente ha a che fare
con la sua posizione". "La sua - ha aggiunto - è una posizione
che riteniamo estranea ai fatti di reato, dato e non concesso
che ci siano cose penalmente rilevanti. Non voglio parlare di
cauto ottimismo perché con il mestiere che faccio sono
pessimista per dovere professionale ma siamo soddisfatti
dell'udienza di oggi". Al termine - secondo quanto si è appreso
- ha chiesto un rinvio dell'udienza per una valutazione sulla
posizione di Turco in base a quanto emerso in udienza.
L'avvocato è accusata di falsità ideologica in concorso con
gli ex vertici dell'Università per Stranieri. Nel capo d'accusa
viene definita "legale incaricato dalla società Juventus
football club spa". Viene chiamata in causa riguardo alle
condotte che portarono gli allora vertici dell'Ateneo ad
istituire una sessione d'esame straordinaria, nel settembre del
2000, considerata "ad personam" dagli inquirenti per consentire
a Suarez, in quel momento possibile obiettivo dei bianconeri, di
ottenere "nei tempi richiesti dalla società sportiva Juventus e
all'esito di una fittizia" il conseguimento dell'attestato di
conoscenza della lingue italiana "necessario per l'ottenimento
della cittadinanza".
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