L'aumento del disagio e dei
disturbi nella popolazione, la crescita della richiesta di aiuto
e la necessità di incrementare gli psicologi "per dare risposte
e fare fronte ad una rete pubblica ancora carente" sono stati
tra i temi trattati in occasione della convention "I bisogni
psicologici degli umbri: i problemi e le risposte" organizzata
dall'Ordine degli psicologi dell'Umbria.
Un'occasione - spiegano gli organizzatori - per approfondire i
dati diffusi dall'Ordine nei giorni e nelle settimane scorse.
Gli spunti sono arrivati da una indagine condotta tramite
l'Osservatorio per la salute psicologica e l'Istituto Piepoli
che hanno fatto emergere un quadro definito "allarmante", con un
malessere (agitazione, nervosismo, tristezza e depressione) in
crescita rispetto al periodo precedente alla pandemia "che ha
reso più evidente il diffondersi dei disagi".
"Gli umbri hanno diritto ad avere risposte adeguate" ha detto
il presidente dell'Ordine David Lazzari. "L'Ordine - ha aggiunto
- è impegnato a far comprendere alle istituzioni l'importanza
della rete psicologica pubblica e ai cittadini che i problemi
psicologici possono essere affrontati come altre. Il ruolo della
psicologia è aiutare le persone a vivere meglio".
Dall'analisi - si legge ancora nella nota dell'Ordine -, è
emerso che fra i tanti che hanno scelto di affidarsi ad un
professionista, un "considerevole numero" si è dovuto
indirizzare nel privato (15 per cento del campione). "Su 10
intervistati - ha rilevato Lazzari -, quattro hanno cercato lo
psicologo nel pubblico senza trovarlo. La psicologia non è un
lusso per pochi ma una necessità per molti".
Fra gli intervenuti all'incontro anche l'assessore regionale
alla Salute Luca Coletto, il quale ha espresso "la volontà della
Regione di rinforzare la capacità di risposta del Ssr sul piano
dei bisogni psicologici". "Sia mediante un'adeguata
organizzazione dei servizi di psicologia a livello aziendale -
ha proseguito - che attraverso il potenziamento della psicologia
nelle case di comunità".
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