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A Orvieto tra speranza e incertezze

A Orvieto tra speranza e incertezze

Negozi e bar pronti a riaprire ma molti ristoranti ancora chiusi

PERUGIA, 17 maggio 2020, 18:11

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Si vive un'atmosfera sospesa tra voglia di ripartenza e incertezza, anche a Orvieto, in vista della nuova fase 2 al via domani: nel centro storico della città del Duomo sono infatti praticamente quasi tutte le attività commerciali e i bar che si preparano alla riapertura a pieno regime, mentre la stragrande maggioranza di ristoranti e trattorie ha scelto di rimanere ancora chiusa, almeno per il momento. Colpa dell'assenza totale del turismo, che per alcuni rappresenta l'80% del giro di affari, ma anche "di regole ancora poco chiare nonostante i tempi strettissimi". A dirlo è Serena Stopponi, titolare del ristorante I Sette Consoli, ma anche rappresentante di Ospitalità Orvieto, un gruppo spontaneo che raggruppa circa 130 attività cittadine del settore. "Per molti di noi lavorare solo per la clientela orvietana non avrebbe senso - spiega all'ANSA -, in più anche se le ultime linee guida sono sicuramente meno stringenti di quelle ipotizzate, le incertezze e i problemi rimangono. Non c'è la possibilità materiale di riaprire con così poco preavviso. Per questo quasi nessuno riaprirà". Tra questi ultimi anche Francesco Notazio, titolare della trattoria La Grotta. "Non varrebbe la pena, oltre al problema delle prescrizioni non ci sarebbe mercato" spiega il ristoratore. Che invece lunedì riaprirà i battenti di un'altra attività di proprietà, lo storico bar Montanucci di corso Cavour. "In oltre 100 anni di vita - racconta - il bar neanche per le due guerre era stato chiuso Ora c'è voglia di ripartire, anche se sarà un salto nel vuoto. Tra le due attività in totale abbiamo 31 dipendenti, di cui 26 nel bar, in cui a fine anno stimiamo una flessione del fatturato di almeno il 40%. Ci rincuora sapere almeno che alcuni turisti americani hanno confermato le prenotazioni da settembre in poi".Stima le stesse perdite anche la Cantina Foresi, dal 1953 in piazza del Duomo. Qui, nonostante i lavori in corso, c'è scetticismo su cosa accadrà domani. "Faremo un tentativo 'soft' di riapertura, con servizi e orari ridotti - spiega Alessandro Foresi,alla terza generazione -. Navighiamo a vista, una crisi del genere non l'abbiamo mai vissuta". E se anche i negozianti di ceramiche e prodotti del posto dovranno attendere prima di vedere qualche cliente - "speriamo almeno nel turismo interno, ma sarà sicuramenteoculato" dice uno di loro, Stefano Malentacchi -, i negozi di abbigliamento e accessori hanno completato pulizie, sanificazioni e allestimento delle vetrine. "Dopo due mesi e mezzo a casa, con i costi fissi da mantenere, è ora di ripartire il prima possibile"dice il titolare di Doré, negozio di calzature in corso Cavour. Anche lui, comunque, è scettico sul futuro. "Ci vorrà tempo per riprendersi, pure noi lavoriamo per l'80% con il turismo straniero, quello più disposto a spendere. Ma per quest'anno - conclude - ce lo dimenticheremo".
 
   

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