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Viaggio nell'alta valle del Lys, terra delle genti walser

14 dicembre, 10:39

(ANSA) - AOSTA, 14 DIC - Conduce nella terra del popolo walser l'itinerario culturale, che si snoda attraverso l'alta valle del Lys, pubblicato sul sito del turismo regionale valdostano www.lovevda.it. Come per gli altri percorsi, anche per questo sono presenti informazioni, notizie storiche, immagini e i tracciati gps e di google Earth.

Il viaggio consente di scoprire le terre delle genti di origine walser, da Issime fino a Gressoney-La-Trinité, colonizzate nel corso del XIII secolo dai popoli germanici provenienti dal Vallese.

Lasciata Fontainemore, il primo paese che si incontra nel risalire la vallata è Issime (Eischeme, in lingua walser), dove vale la pena sostare per visitare la chiesa parrocchiale di San Giacomo, completamente ricostruita alla fine del Seicento.

Si raggiunge quindi il paese di Gaby, particolare isola franco-provenzale tra gli insediamenti Walser di Issime e Gressoney, incastonato in una conca prativa circondata da severi pendii montuosi. Tipica in questa località è la presenza dei 'rascard', costruzioni in legno di origine franco-provenzale che qui si ritrovano frequentemente, insieme ad altre tipologie realizzate completamente in pietra, come le apprezzabili caseforti.

A metà strada tra Issime e Gaby si trova il santuario di Voury, dedicato alla Madonna delle Grazie, particolarmente suggestivo per la disposizione della Via Crucis a monte del Santuario ad imitazione del Calvario di Varallo Sesia.

Da Gaby il viaggio prosegue alla volta di Gressoney-Saint-Jean (Greschòney Zer Chilchu), il più esteso e più popolato centro della vallata, la cui storia si lega strettamente a quella delle comunità Walser di cui sono ancora vive la cultura, le tradizioni, l'architettura originale e la lingua. La chiesa parrocchiale, dedicata a San Giovanni Battista, si trova nel capoluogo denominato de Platz, fu edificata nel 1515 e poi ingrandita nel 1753, anno in cui venne collocata l'imponente croce lapidea che domina lo spazio antistante l'edifico, un tempo adibito a cimitero. Il porticato secentesco comprende una serie di cappelle (d'Gheimnisse) i cui dipinti sono dedicati ai Misteri della Via Crucis.

Da non perdere lo splendido Castel Savoia, il cui profilo fiabesco si lascia intravedere nel mezzo di un bosco di pini appena a sud dell'abitato, in località Belvedere. Il castello fu costruito tra il 1899 e il 1904 su espresso desiderio della Regina Margherita di Savoia che vi soggiornò, durante i mesi estivi, fino al 1925; l'edificio evoca un maniero medievale costituito da un nucleo centrale cui si affiancano 5 torrette cuspidate, l'una differente dall'altra, e si articola su 3 piani: il piano terreno con i locali da giorno, il piano nobile con gli appartamenti reali e il secondo piano riservato ai gentiluomini di corte. Altro edificio notevole è la Villa Margherita, fatta realizzare nel 1883 dal barone Luigi Beck Peccoz per ospitare la Regina Margherita di Savoia dal 1889 al 1904.

La tappa finale del percorso porta quindi a Gressoney-La-Trinité (Greschòney Drifaltigkeit), stazione alpina di fama consolidata, punto di partenza per le ascensioni al gruppo del Monte Rosa e ben attrezzata per gli sport invernali.

Gli abitanti di questa parte superiore (Oberteil) del territorio parrocchiale di Gressoney fondarono nel 1665 un rettorato con propria dotazione e proprio rettore, iniziando al tempo stesso la costruzione d'una cappella, inaugurata, insieme con il campanile, nel 1671. Pochi anni dopo, nel 1686, mons.

Bailly, vescovo di Aosta, l'eresse a chiesa parrocchiale, smembrandone il territorio dalla chiesa madre di Saint-Jean. Tra le numerose cappelle presenti sul territorio si segnala quella in località Stafal-Oagre, costruita nel 1776 dal gressonaro G.

J. Curtaz, parroco a Issime, a ricordo della madre Caterina Knobal e della visione da lei avuta il l febbraio 1701 alla fontana esistente sul posto.

Infine, a Gressoney-La-Trinité l'Ecomuseo propone la visita di tre strutture che offrono l'opportunità di un viaggio alla scoperta dei Walser tra le quali la Casa rurale - Puròhus, antica casa rurale del 1700 che offre l'autentica atmosfera di una tipica abitazione walser. (ANSA).

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