Una bottega d'arte rinascimentale in
piena val Pusteria. A realizzarla è stata Michaela Pircher,
discendente di una nota famiglia di albergatori della zona, che
ha passato buona parte della sua vita a studiare l'arte della
tessitura in Toscana.
Dopo aver vissuto anni tra Livorno e Firenze, Michaela, 57
anni, complice anche il Covid, ha deciso di tornare nel suo
paese di origine, Villabassa, piccolo centro nel cuore della Val
Pusteria, in Alto Adige, a una manciata di km da Dobbiaco, per
aprire una sorta di 'santuario-laboratorio' dedicato al tessuto.
E lo ha creato, dandogli la struttura dell'antica bottega d'arte
tipica del periodo rinascimentale, cioè una parte dedicata
all'insegnamento e una alla produzione, ricavandolo dai locali
di quello che, tra la fine degli anni '70 e inizio degli anni
'80, fu il più famoso ristorante della zona: 'Il Friedlerhof'.
Grazie all'aiuto della sorella Barbara e del cognato Gunther,
ha ripulito ogni ambiente di questo locale, chiuso da oltre 20
anni, di proprietà del Comune, e lo ha trasformato in un luogo
di culto dell'arte della tessitura. Alle pareti, pannelli
realizzati con cura per spiegare come dal singolo filo di canapa
o dal vello di una pecora sia possibile ricavare mirabili
manufatti. E sui mobili del piano terra, ex bancone compreso,
tutti i vari oggetti che Michaela è riuscita a produrre e a far
realizzare dai suoi giovani allievi con il feltro, la lana e la
seta "rigorosamente sfarfallata". Già, perché questa artista
della tessitura è molto attenta alla 'sostenibilità' delle
materie prime e già da quando viveva a Livorno allevava bachi da
seta dopo aver piantato "oltre 15 gelsi". Ma ha sempre scelto di
lavorare il prezioso filato solo dopo che il baco si è
trasformato in farfalla, per evitare un'inutile strage.
Michaela Pircher, infatti, dall'allevamento del baco fino
alla creazione del tessuto, segue con la perizia di vera
artigiana, ogni tappa dell'iter della tessitura. E stessa cosa
fa con la lana. Lei acquista il vello appena tosato della
pecora, lo lava con cura, lo tinge solo con colori naturali
estratti da piante e pigmenti antichi, come la robbia, la
rezeda, le foglie d'ulivo o le bucce di cipolla, la carda e la
fila con l'arcolaio. Esattamente come si faceva un tempo, senza
alcun ausilio di macchine o tecnologia. Quasi un miracolo
nell'era dell'intelligenza artificiale. E i risultati sono
notevoli. Basta guardare alcune delle stoffe da lei create e
tessute. Indimenticabile quella che lei chiama con semplicità
"un campione" composta inizialmente da un impalpabile strato di
chiffon color avorio sul quale è riuscita a 'innestare', con il
suo telaio, un vero 'velo' di cachemire, seguito da un
leggerissimo pannello di feltro, realizzato anch'esso con lana
morbidissima, il tutto caratterizzato da disegni geometrici
armonici che imprimono all'insieme una notevole magia di
trasparenze e tonalità.
Al piano superiore, i banchi per i giovani allievi che
impareranno a cardare e tessere la lana e, in una sala accanto,
con grandi finestre, il suo grande e antico telaio in legno con
il quale dà vita a ogni sua singola creazione. Quello che ha
realizzato, insomma, è anche un piccolo museo… "In realtà -
osserva Michaela - è un sogno. Il mio sogno. Quando ti innamori
di quest'arte ti rendi conto che non smetterai mai di imparare.
Più sai e più ti rendi conto di non sapere. Così ho deciso di
tirare fuori ogni singolo oggetto accumulato in anni di attività
e di esporlo qui dentro, come per tirare fuori anche da me tutto
ciò che ho imparato e che intendo condividere con gli altri. Per
continuare anche io a crescere e migliorare, grazie al confronto
e all'approfondimento quotidiano".
Ma questa elegante signora altoatesina, che ha studiato anche
negli atelier di Graziella Guidotti a Firenze e di Paola Besana
a Milano e ha tenuto corsi sul baco da seta all'Università del
capoluogo toscano, racconta che è riuscita a coltivare per tutta
la vita questa sua passione anche "grazie al sostegno del marito
Giuseppe". "Alla fine - spiega sorridendo - è sempre a lui che
mi rivolgo per avere un consiglio. Anche sul singolo colore da
dare a un tessuto. E devo dire che difficilmente sbaglia". E'
anche "grazie al suo gusto e alla sua capacità di ascolto -
assicura Michaela Pircher - che ho trovato la forza di
imbarcarmi in questa nuova, straordinaria avventura".
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