Dove si fa ricerca e c'è
un'università di medicina le cure sono migliori e il sistema
sanitario è più efficiente. È questo, in sintesi, l'esito di
un'indagine condotta dall'Università di Trento sulla percezione
della cittadinanza in merito all'introduzione della Scuola di
medicina. La ricerca - informa una nota - è stata condotta con
il supporto del Protocollo Unicittà, sotto la supervisione
scientifica del sociologo Ivano Bison, e presentata in occasione
dell'assemblea pubblica di ateneo, tenutasi nell'auditorium di
Palazzo Prodi.
Secondo il 68% degli intervistati la presenza di medicina
contribuirà a migliorare l'accesso ai servizi sanitari, per il
78% contribuirà a innovare il sistema sanitario e per il 76% i
benefici comprenderanno l'assistenza sanitaria sul territorio.
Circa il 90% del campione ritiene che la scuola faciliterà
l'accesso dei giovani alle professioni sanitarie. Per l'85% la
ricerca e l'innovazione in ambito medico influiscono
direttamente sulla qualità del sistema sanitario, sulla
prevenzione e sull'assistenza, migliorando la vita delle
persone.
"La scuola, assieme a tutti gli investimenti sulle strutture
sanitarie e alla nascita dell'azienda territoriale universitaria
integrata permetteranno di costruire la sanità del futuro, in
cui il Trentino sarà apripista. Il nuovo ospedale a Trento
affiancato dalla facoltà di medicina va in quest'ottica", ha
commentato il presidente della Provincia di Trento, Maurizio
Fugatti, che ha parlato anche di un'intesa "con il ministero sui
fondi" e dell'impegno della "Provincia per garantire l'adeguato
sostegno agli sforzi dell'ateneo su questa offerta formativa e
di ricerca".
L'assemblea pubblica dell'Università, in tema di "Medicina e
salute", è stata coordinata dal presidente del cda di ateneo,
Daniele Finocchiaro. Nel corso del confronto si è parlato di
valorizzazione di strutture sanitarie e personale, sviluppo
della rete di relazioni cliniche e scientifiche, formazione e
tecnologia a supporto della sanità.
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