Una persona introversa con una passione per le armi che sembra non avesse mai dato segnali di instabilità e che non aveva precedenti.
È così che viene descritto Ewald Kühbacher, il 48enne che ieri a San Candido ha ucciso suo padre Hermann e la vicina di casa Waltraud Jud e che poi ha puntato la pistola contro se stesso, sparandosi alla gola per morire qualche ora più tardi all'ospedale di Bolzano.
Kühbacher, dopo aver lavorato come guardia giurata era disoccupato e viveva col padre anziano, un ex guardia forestale in pensione che era rimasto vedovo nel 2019. Il padre Hermann era malato e allettato e il figlio lo accudiva. Un compito gravoso al quale Ewald probabilmente non ha retto, queste almeno le prime ipotesi non confermate dalla Procura.
"Allo stato attuale non abbiamo elementi per dire quale sia stato il movente", così la pm, Federica Iovene, che, alla procura della Repubblica di Bolzano, in mattinata ha offerto una ricostruzione delle dinamica dei fatti legati al doppio omicidio di San Candido.
Secondo Iovene si potrebbe supporre "che la vicina di casa sia una vittima collaterale". Avendo sentito i rumori al piano di sopra la donna probabilmente sarà andata a vedere cos'era successo, magari pensando - come le prime persone che avevano chiamato i soccorsi - che si potesse trattare di una esplosione a seguito di una fuga di gas. Ma trovandosi dinnanzi l'uomo armato la donna avrà pensato di fare dietrofront ed è così che gli spari l'hanno raggiunta alla schiena.
Waltraud Jud, 50 anni, molto stimata in paese perché coinvolta nella vita pubblica come segretaria della banda musicale e dipendente della Fti, l'azienda locale di teleriscaldamento, è stata trovata riversa sulle scale fra il secondo e il terzo piano dell'edificio in via San Corbiniano, mentre al quarto piano si era consumata la tragedia. Sembra infatti che ad essere ucciso per primo fosse stato il padre Hermann.
"Ha sparato con una pistola calibro nove, i bossoli ritrovati sembrano provenire dalla stessa arma. E ha usato quest'arma anche contro se stesso", così il maggiore Simone Carlini, comandante della compagnia dei carabinieri di San Candido che aggiunge "le armi che possedeva erano regolarmente detenute".
Secondo il comandante provinciale dei carabinieri di Bolzano, Raffaele Rivola, "l'intervento si è condotto in situazione di altissimo rischio, perché l'uomo ha fatto fin da subito fuoco nei confronti degli uomini del Gis, che hanno usato anche granate stordenti, ma alla fine gli uomini del Gis non hanno esploso nemmeno un colpo".
Per la Procura, ha spiegato la pm Iovene, "tecnicamente con la morte del tiratore, il reato è estinto. Il fascicolo è stato aperto e chiuso. Non abbiamo elementi per dire che ci fossero altri convolti, pertanto il processo non ci sarà e non è detto che ci sia autopsia, visto che il medico legale ha già rilevato la cause di morte".
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