La Fondazione Mach di San Michele
all'Adige, in Trentino, coordina un progetto europeo che punta
ad innovare il settore farmaceutico e cosmetico: l'idea è di
utilizzare antiche piante selvatiche per produrre su larga scala
nuovi principi attivi naturali per cosmetici e farmaci. Il
progetto, finanziato dall'Unione europea, si chiama
"Bryomolecules" e vi partecipano anche il consorzio Hit,
l'Università di Lund (Svezia), l'Università Jean Monnet
(Francia), l'Università Medica di Lublin (Polonia), oltre che
diverse ditte europee quali la Bionos Biotech (Spagna), la Plant
Advanced technologies (Francia) e la European Science Foundation
(Francia). Attraverso il confronto di diverse specie di briofite
- che includono i muschi e le epatiche, a forma di piccolo
fegato - mira a identificare i geni responsabili della
produzione dei composti attivi. L'obiettivo è produrre tali
sostanze in quantità sufficienti per condurre degli esperimenti
sulla loro attività a scopi cosmetici o medici. Sarà inoltre
possibile ottenere per la prima volta dei dati accurati che
indichino quali sostanze sono presenti in ciascuna specie di
pianta, promuovendo quindi lo sviluppo di nuovi prodotti a base
naturale.
Un ulteriore beneficio atteso - sottolinea una nota della
Fem - è che la diversità chimica delle piante selvatiche
utilizzate potrà essere sfruttata in modo sostenibile senza
avere impatti negativi sulla loro biodiversità. Le aziende
europee potranno, in definitiva, sfruttare principi attivi che
non derivino da altre zone del mondo, semplificando di molto la
produzione di nuovi composti naturali a prezzo più
contenuto. "Questa ricerca apre nuove prospettive per
l'innovazione sostenibile, mettendo in luce il potenziale
insospettato delle briofite nel promuovere una nuova generazione
di prodotti cosmetici e farmaceutici di alta qualità, realizzati
con responsabilità e rispetto per l'ambiente" commenta Claudio
Varotto, responsabile del progetto.
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