Dalle prime luci dell'alba, 50
finanzieri del Comando provinciale di Bolzano, con la Sezione
aerea, stanno eseguendo 5 ordinanze di custodia cautelare, di
cui 4 in carcere, emesse dal Gip su richiesta della Procura nei
confronti di altrettanti destinatari, di origine albanese e
bosniaca indagati per traffico e spaccio di stupefacenti. Le
Fiamme Gialle stanno eseguendo numerose perquisizioni
finalizzate al reperimento di droga e denaro nella disponibilità
dei destinatari della misura restrittiva e di ulteriori 3
concorrenti, denunciati a piede libero.
L'operazione ha portato all'identificazione di un gruppo di
soggetti, italiani e albanesi, che gestivano lo spaccio di
cocaina sull'asse Merano-Bolzano. A Merano, infatti, gli
investigatori hanno identificato quello che può definirsi il
primo anello della catena di spaccio: un vero e proprio "rider
della droga". Si tratta di un trentenne del posto, già noto alle
forze dell'ordine, che riforniva sistematicamente numerosi
"clienti" abituali, con il metodo del "porta a porta",
muovendosi per le vie del centro storico a bordo di una
bicicletta, spesso accompagnato da un cane di grossa taglia (da
qui, il nome dell'operazione - Pitbull).
Ottenuti i primi riscontri i finanzieri bolzanini hanno
informato l'autorità giudiziaria e dato avvio a più incisive
attività di indagine, supportate da intercettazioni telefoniche,
attraverso le quali è stato possibile risalire al fornitore del
pusher meranese, un piccolo imprenditore edile di origine
albanese, residente in città, che avvalendosi della
collaborazione di alcuni familiari, approvvigionava numerosi
spacciatori del Burgraviato rifornendosi, a sua volta, da un
connazionale residente ad Appiano.
Le attività investigative, protrattesi per circa sei mesi,
hanno consentito la compiuta identificazione di tutti i soggetti
coinvolti, la ricostruzione del complessivo "volume d'affari"
generato dall'attività di spaccio, quantificato in non meno di
200 mila euro, oltre che il sequestro, in corso di indagine, di
oltre un chilo di cocaina e 75 mila euro in contanti, rinvenuti
sotto vuoto in un muro a secco alla periferia di Appiano. Oltre
1800 sono state, poi, le cessioni di droga documentate.
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