Si allarga il conflitto in Fdi del
Trentino. Dopo l'annunciata uscita dal partito di Claudio Cia,
Alessia Ambrosi, deputata di Fratelli d'Italia, rivolge un
appello al consigliere trentino perché non lasci partito. "Il
suo anunciato addio è l'ennesima sconfitta del commissario Urzì
e della sua gestione da film dell'orrore. Intimidazioni
politiche, incontinenze verbali e bavaglio alle chat dei
militanti, atteggiamenti non compatibili con suo ruolo e
principi etica politica", afferma Ambrosi in una nota.
"Adesso - prosegue - , con la fine disastrosa della
trattativa il commissario tenta goffamente di spacciare questo
stesso risultato come una vittoria, ma ormai lo hanno capito
tutti che si tratta di meno di una vittoria di Pirro. Tra la
base il malcontento è fortissimo, molti sono tentati di
strappare la tessera e andare via. Invito tutti invece a
rimanere nel partito e a credere fino in fondo nella possibilità
di un reale cambiamento. Chi deve andare politicamente via dal
Trentino è il commissario Urzi, il prima possibile. Se è
riuscito a combinare tutto questo disastro in un anno,
figuriamoci due", conclude Ambrosi.
"In relazione alle gravissime dichiarazioni dell'on.
Ambrosi" il commissario Fdi Alessandro Urzì precisa, "cosa non
nota probabilmente a lei ed a chi in queste settimane ha assunto
una posizione di aperto contrasto con FdI, che il commissario ha
interpretato sempre e solo in questi mesi la linea ufficiale del
partito, come concordata passo per passo". "Di conseguenza si
prende atto che l'on. Ambrosi si stia collocando fuori dalla
linea ufficiale del partito con una arroganza che rasenta
l'irresponsabilità e che sarà valutata nelle sedi interne al
partito a livello nazionale e locale (precisando che per
l'intera campagna elettorale la signora Ambrosi non ha mai
partecipato, se non in una occasione, agli incontri
organizzativi e si è resa latitante in occasione di tutte le
visite di ministri e sottosegretari esclusa una). La stessa è
già destinataria di due provvedimenti al collegio di garanzia
(probiviri) per atteggiamenti contrari all'interesse del partito
che saranno esaminati presto nelle sedi competenti", conclude
Urzì.
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