"No comment", "preferisco di no",
"siamo tranquilli", "mi dispiace, non posso parlare". Sono le
frasi pronunciate questa mattina dai dipendenti Iveco, entrando
nello stabilimento a Bolzano, dopo le minacce anarchiche a un
manager della Defence Vehicles.
"Una cosa è manifestare pacificamente, come è avvenuto
all'inizio della guerra in Ucraina, un altro paio di maniche
sono ovviamente le minacce", afferma Luca Samiolo, delegato Fiom
dell'Iveco di Bolzano, che esprime "massimo appoggio e
solidarietà all'azienda e al manager per quello che è successo".
Lo scorso aprile un gruppo di anarchici aveva manifestato in
modo ordinato davanti allo stabilimento bolzanino esponendo uno
striscione con lo slogan "Iveco arma la guerra".
"Tutti noi - aggiunge il sindacalista - facciamo parte di
questa famiglia". "Speriamo che le indagini facciano il loro
corso in tempi brevi", aggiunge. "Ovviamente la situazione non è
piacevole, anche alla luce dei fatti internazionali, un po' di
preoccupazione si avverte, ma i dipendenti sono comunque
tranquilli", aggiunge il delegato, che attualmente si trova a
Padova per il congresso della Fiom nazionale. Samiolo chiarisce
che "in questi giorni si entrava e usciva dallo stabilimento
normalmente", non gli risulta un invito dell'azienda di non
indossare la divisa Iveco all'esterno dello stabilimento, come
invece riportato da articoli di stampa.
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