(ANSA) - TRENTO, 20 GIU - Il decumulo di mele nel mese di
maggio è stato di 188.427 tonnellate, superiore alla media degli
anni precedenti. Una quota significativa della merce di piccolo
calibro e di seconda categoria di alcune varietà, non è stata
venduta nel mercato del fresco, dove è stato impossibile
collocarla, ma è stata destinata alla trasformazione. Il dato
emerge dal report mensile del comitato marketing di Assomela,
il consorzio delle organizzazioni di produttori di mele
italiani.
I volumi fino alla fine della stagione risultano gestibili,
considerato la revisione dei piani di decumulo avvenuta nel mese
di maggio e la buona ricettività di alcuni mercati all'export
(tra cui l'India ed il Medio Oriente) e la ridotta presenza di
prodotto dall'emisfero sud.
Oltre ad un generale calo di consumi in Italia e negli altri
mercati europei, la maggiore fonte di preoccupazione è
rappresentata dall'aumento dei costi, stimati tra i 10 ed i 12
centesimi al chilogrammo rispetto al 2021, e dal mancato
assorbimento di questi lungo la filiera, situazione che colpirà
fortemente la remuneratività al produttore.
Nel corso dei prossimi mesi sono previsti una serie di
incontri di confronto e coordinamento di Assomela per tutelare,
per quanto possibile, la remunerazione del frutticoltore.
(ANSA).
Assomela, decumulo a 188.427 tonnellate a maggio
Stimati aumenti di costo tra 10 e 12 cent al chilogrammo
