(ANSA) - TRENTO, 13 GIU - Vale il 13,3% del Pil Trentino
il commercio all'ingrosso, settore essenziale nell'economia
trentina. Il 2021 ha dato segnali positivi, seppur non omogenei,
che danno fiducia nonostante un clima di incertezza dovuto ai
rincari delle materie prime, energia su tutte. L'Associazione
grossisti e Pmi del Trentino, che stasera si riunisce nella
consueta assemblea annuale, traccia un bilancio sui due anni di
pandemia e guarda al futuro.
In Trentino nel 2021 le aziende grossiste attive erano
2.593, con 101 iscrizioni e 147 cessazioni. Rispetto al 2021 il
comparto ha perso l'1,8% di aziende. Nonostante vi sia un
bilancio numerico negativo, molte aziende si sono ampliate,
altre sono riuscite a seguire il mercato e si stanno
trasformando e malgrado il numero di aziende in calo il numero
di occupati è cresciuto. In generale nel 2021 il comparto dei
grossisti trentini ha registrato un fatturato di 3,85 miliardi
di euro e, rispetto ai 3,5 miliardi di euro del 2020, segna un
incremento del 10% (rispetto al -3% del 2020 sul 2019).
"Ritengo che il nostro futuro sia legato allo sviluppo
verticale: verso il basso (inserendosi anche nel mondo del
dettaglio) ma anche verso l'alto (diventando anche produttori),
nonché allo sviluppo orizzontale, andando a presidiare zone o
settori merceologici nuovi e creando reti di impresa", spiega
il presidente Mauro Bonvicin.
"Per mantenere la competitività è assolutamente necessario
aprirsi a delle relazioni di collaborazione, anche coi nostri
competitor, associarsi, creare gruppi d'acquisto e reti
d'impresa. Ma soprattutto è necessario fornire a chi ci sta
sotto e sopra un servizio efficace ed efficiente, in termine di
costi e di qualità, in questo modo sarà difficile che i nostri
fornitori o i nostri clienti ci 'saltino'", commenta Michela
Bertamini, del direttivo dell'Associazione. (ANSA).
Il commercio all'ingrosso vale il 13% del Pil Trentino
Bonvicini: il nostro futuro sia legato allo sviluppo verticale
