(ANSA) - TRENTO, 28 APR - Sono già 13 le stalle del Trentino
che hanno chiuso i battenti a causa della crisi. Il dato è
emerso nel corso delll'assemblea dei soci di Latte Trento,
tenutasi nella sala congressi della Federazione provinciale
allevatori di Trento. A quanto evidenziato dal direttore Sergio
Paoli, le cause sono da ascrivere all'aumento considerevole dei
costi dell'energia e delle materie prime e allo scoppio della
guerra tra Russia e Ucraina.
"La situazione così come è ora è insostenibile - ha affermato
Paoli - l'escalation della guerra e i costi delle materie prime
stanno mettendo in ginocchio i conti della cooperativa. Tredici
stalle hanno già chiuso".
Secondo il presidente, Renato Costa, "visti i costi, andrebbe
chiuso subito il latte fresco e il latte uht perché
antieconomico, ma così verrebbe meno un servizio essenziale".
"Abbiamo assoluto bisogno, entro poco tempo, di una manovra
consistente per sostenere il settore nel rispetto delle
normative straordinarie previste da Bruxelles", ha concluso
Paoli. L'appello è stato accolto dal presidente della Provincia
di Trento, Maurizio Fugatti, che ha promesso ulteriori risorse.
Per quanto riguarda il bilancio economico del consorzio Latte
Trento relativo al 2021, si registrano dati record, con il
rendimento medio del latte che ha raggiunto il valore di 0,565
euro al litro. Risultano in crescita anche i ricavi, a quota 51
milioni di euro contro i 50 miliomi dell'anno precedente, che,
sommati al fatturato della partecipata Trevilatte, porta il
valore aggregato a oltre 53 milioni di euro.
Sul fronte della sostenibilità, Latte Trento sta lavorando -
a quanto precisato da Paoli - alla realizzazione di nuove
"filiere eco compatibili, con riduzione drastica dell'impatto
ambientale e attenzione al benessere animale". (ANSA).