(ANSA) - TRENTO, 14 APR - Un impatto più marcato che nel
resto d'Italia dell'aumento dei costi dell'energia, catene di
fornitura più robuste e diversificate, una più forte resilienza.
Sono queste le principali evidenze relative allo scenario in
Trentino emerse dall'indagine diffusa da Confindustria per
valutare le principali ripercussioni del conflitto tra le
imprese nazionali.
"Rispetto al dato nazionale - rileva il direttore generale
Roberto Busato - il nostro dato provinciale evidenzia che il
problema dei costi dell'energia risulta accentuato rispetto a
quello dei costi delle materie prime. Solo il 3,8% delle imprese
trentine non lo reputa importante. Oltre il 16% delle imprese
trentine invece non giudica importante l'impatto dell'aumento
del costo delle materie prime". Questo aspetto, unitamente alla
difficoltà di approvvigionamento di materie prime, sta causando
l'interruzione, anche solo parziale, della produzione nel 16%
circa delle imprese italiane e nel 15% delle imprese
provinciali. Il dato nazionale e quello provinciale si
sovrappongono inoltre sulla percentuale di riduzione complessiva
della produzione, che nella quasi totalità dei casi rimane sotto
il 20% sul totale produttivo. Rispetto alla media nazionale, le
imprese trentine capaci di far fronte a questa situazione senza
sostanziali interruzioni di produzione registrano un grado di
resilienza più alta: in Trentino, circa il 50% delle imprese
afferma di avere un orizzonte di tenuta di oltre un anno, contro
il 33,8% del dato nazionale. A livello nazionale il 36% delle
imprese afferma di essere coperto fino a tre mesi, contro il 18%
di quelle provinciali.
L'85% delle imprese ha rivisto i prezzi di vendita ed il 42%
ricerca nuovi mercati di approvvigionamento: sinonimo di catene
di fornitura provinciali più robuste e diversificate rispetto
alla media nazionale. Il 26% delle imprese nazionali ha
utilizzato il credito e la ricerca di linee finanziarie e
agevolative per riuscire a far fronte alla mancanza di
liquidità. "Anche in questo caso - conclude Busato - le aziende
trentine risultano essere più prudenti, con la percentuale che
si attesta al 18%, sinonimo di un maggior ricorso all'utilizzo
di mezzi propri nel caso di situazione impreviste". (ANSA).
Ucraina: impatto più alto sui costi dell'energia in Trentino
Ma forniture più robuste e diversificate e più resilienza
