Un esperimento di biologia
strutturale, legato all'innovativo protocollo Ppi-Fit sviluppato
dal team di ricercatori coordinati dall'Università di Trento, si
sposterà nello spazio, sulla Stazione internazionale orbitante,
dove, nel gennaio 2022, i ricercatori cercheranno di osservare
il processo di ripiegamento di una proteina grazie ad un
laboratorio in miniatura.
L'obiettivo è quello di osservare un fenomeno che il team di
ricercatori è riuscito a predire al computer, creando
un'importante novità nella farmacologia e che sarà ora indagata
in modo diretto, sottolineano il Dipartimento di biologia
cellulare, computazionale e integrativa e il Dipartimento di
fisica dell'Università di Trento. Un approccio nuovo che
consiste nell'identificare piccole molecole in grado di bloccare
il processo di ripiegamento (folding) di una proteina coinvolta
in un processo patologico. Mentre la farmacologia tradizionale
agisce sulle proteine quando questo ripiegamento è ultimato, il
protocollo Ppi-Fit consente di intervenire prima che le proteine
abbiano preso forma. Un metodo che ha aperto a novità rilevanti
per la produzione di farmaci, ma che mantiene ad oggi una zona
d'ombra ancora da indagare, una mancanza di evidenze dirette che
potrebbe presto essere illuminata grazie ad un viaggio nello
spazio. "Abbiamo molte evidenze sperimentali indirette che il
nostro metodo funziona - spiega il fisico di UniTrento Pietro
Faccioli - vediamo cioè che gli effetti della nostra azione sono
proprio quelli che ci aspettiamo. Però non siamo in grado di
osservare sperimentalmente i passaggi attraverso i quali il
nostro intervento si compie, perché sulla terra le condizioni
non consentono di cristallizzare e dunque osservare gli stadi
intermedi del ripiegamento di una proteina. In assenza di queste
osservazioni, dobbiamo affidarci alle nostre simulazioni al
computer".
Il team scientifico dell'esperimento ZePrion comprende il
team di UniTrento composto da Emiliano Biasini, Pietro Faccioli,
Graziano Lolli, Ines Mancini e Giovanni Spagnolli, Maria Letizia
Barreca dell'Università di Perugia e scienziati delle università
di Santiago di Compostela e Tel Aviv e dell'azienda Space
Pharma.
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