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Coronavirus: controlli della Polizia a Trento, 23 denunciati

Coronavirus: controlli della Polizia a Trento, 23 denunciati

"Soprattutto i giovani non hanno giusto atteggiamento"

TRENTO, 13 marzo 2020, 14:24

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Dal 9 marzo sono 795 le persone controllate, di cui 23 denunciate per violazione degli obblighi previsti nelle direttive del Governo per frenare la diffusione del corona virus, nel corso delle verifiche nei comuni di Trento, Rovereto e Riva del Garda condotte dalla Polizia su disposizione del questore, Claudio Cracovia. Lo comunica una nota della Questura di Trento. A 273 delle persone controllate, gli agenti hanno fatto sottoscrivere il modello di autocertificazione per gli spostamenti. Sono stati 81 i posti di controllo effettuati, 439 i veicoli fermati, 79 gli esercizi controllati, 21 le attività al dettaglio, 16 quelle artigiane.
    La Volante ha denunciato 7 persone che si trovavano, in orario notturno, in un noto ristorante nel centro città, tra i denunciati anche il titolare dell'esercizio. È stato avviato il procedimento amministrativo per l'adozione dei provvedimenti del caso. Denunciati, anche, tre giovani di cui uno minorenne trovati a Romagnano e provenienti da un comune lagarino. I tre hanno tentato di giustificarsi dichiarando di essere a Trento perché volevano acquistare prodotti alimentari, ma la loro motivazione non è stata ritenuta adeguata e idonea. Denunciati, infine, due cittadini extracomunitari che non erano in grado di giustificare la loro presenza in città.
    "Abbiamo notato, in queste difficili giornate, come alcuni cittadini, e molte volte quelli più giovani, pur comprendendo il momento, non sono ancora riusciti a trovare una giusto atteggiamento tra il rischio del contagio e il desiderio di uscire fuori dalla propria abitazione. La Polizia di Stato è a fianco di tutti i cittadini e con loro sta affrontando questa difficile sfida. Sono momenti complicati a cui bisogna, laddove necessario, intervenire in modo deciso e fermo perché non è possibile accettare comportamenti che possono mettere in pericolo l'intera collettività", si legge ancora nella nota della Questura di Trento.
   

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