La politica vuole chiudere i
confini, ma la letteratura li tiene aperti. È il caso del
Brennero, dal quale parte l'itinerario di "Alto Adige Südtirol.
Una guida letteraria" (ed. Raetia) di Ferruccio Delle Cave e
Paolo Bill Valente.
Del valico scrive il favoliere Hans Christian Andersen; con
lui il giornalista ottocentesco Giovanni De Castro e i
contemporanei Lilli Gruber e Sebastiano Vassalli. Il Brennero è
frontiera aperta per Goethe e Schnitzler e Kafka. Da sud
raggiungono l'Alto Adige Niccolò Machiavelli e Giacomo Casanova,
Alberto Moravia e Claudio Magris, Erri de Luca, Paolo Rumiz e
Luis Sepulveda. Pier Paolo Pasolini muore di freddo a Ortisei,
mentre Stefan Zweig contempla Merano, dove "il nord e il sud, la
città e la campagna, la Germania e l'Italia, tutti questi aspri
contrasti si fondono placidamente". Proprio a Merano si chiude
l'itinerario della guida letteraria. "Chi viaggia", scrivono gli
autori, "rompe il tabù del confine. Va oltre il cancello, oltre
il muro e lo steccato".
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