Ha lasciato la divisa per
indossare il velo. È la scelta di vita di suor Tosca Ferrante,
ex poliziotta, nativa della provincia di Napoli, adesso madre
generale delle suore Apostoline Paoline. Da donna delle forze
dell'ordine le è capitato di arrestare dei giovani che avevano
infranto la legge. Ora, da suora, i giovani li aiuta e li
sostiene affinché non finiscano sulla cattiva strada. Oggi suor
Tosca è a Pistoia per dirigere una giornata di formazione voluta
dalla Diocesi, proprio sulla tutela dei minori.
"Il passaggio da poliziotta a suora non è stato drastico e
nemmeno sensazionale, è semplicemente un percorso di vita -
spiega la religiosa rispondendo a chi le chiede cosa le abbia
fatto scattare la vocazione -: il primo era un lavoro nel quale
ho trovato affinità con quella che è la mia sensibilità. Quella
che vivo oggi è una scelta di vita, una risposta vocazionale. Il
lavoro che svolgevo in polizia e l'incontro con alcune persone,
alcuni giovani arrestati soprattutto, mi hanno permesso di
diventare quella che sono oggi. Quel lavoro mi ha offerto
l'occasione per comprendere qual era la mia vocazione: ho
sentito che Dio mi chiamava a donare tutta la mia vita".
Le è capitato di ritrovare alcuni dei giovani con i quali
aveva avuto a che fare da poliziotta? "No, anche se devo dire
che ho cercato di farlo, in particolare con qualcuno di loro che
aveva suscitato in me, a livello emotivo, qualcosa di più
profondo, ma poi mi sono fermata, anche per correttezza verso
queste persone". Quanto ai suoi ex colleghi "Ogni tanto ci
ritroviamo e parliamo, in maniera fraterna, delle nostre vite.
Meno di un anno fa ci siamo ritrovati in centocinquanta ed è
stato un incontro bellissimo".
Adesso suor Tosca è impegnata ad aiutare i giovani, anche
attraverso la formazione di chi se ne prende cura all'interno
delle realtà parrocchiali: "L'obiettivo è creare un'alleanza
educativa tra le diverse realtà che operano nei nostri contesti,
parrocchiali e non, per renderli contesti sicuri, affinché i
ragazzi, i bambini e gli adulti vulnerabili che vivono nelle
nostre realtà possano sentirsi sicuri e possano trovare spazi di
cura e di attenzione".
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