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Fernando Arrabal 90 anni, la confusione del mondo

ospite del Teatro di Toscana parla di sé e applaude Ionesco

(ANSA) - FIRENZE, 06 APR - ''Ho conosciuto Ionesco - racconta Fernando Arrabal, uno dei mostri sacri della cultura novecentesca, che ha appena compiuto 90 anni - Si capiva che tutta la sua vita, oltre la sua opera, soggiaceva alla poesia come accade di rado e come conferma lo spettacolo di Demarcy-Mota che abbiamo appena visto. Per questo dire che la sua è avanguardia è un confinarlo in un ghetto''. Arrabal è a Firenze, ospite del Teatro di Toscana nell'ambito del progetto di alleanza tra teatri europei con la Pergola e il Theatre de la Ville di Parigi in testa, impegnati a confrontarsi per guardare al futuro in una commistione di lingue. E' quel che accade con ''Ionesco suite'' costruito su brani di cinque testi di Ionesco in cui recitano interpreti francesi, cui si aggiunge ogni sera un diverso attore della scuola del Teatro di Toscana.
    Ricorda Arrabal come un giorno del 1961, mentre era preso da una impegnativa partita a scacchi con Samuel Beckett ''si presentò Susan, sua moglie, con in mano un libro cercando di farglielo vedere. Ma Beckett, che deve muovere, non la guarda nemmeno. Lei aspetta, poi insiste e gli mette sotto gli occhi una copia del libro appena uscito di Martin Esslin intitolato 'Teatro dell'assurdo - Adamav, Beckett, Ionesco', allora lo scrittore alza gli occhi, legge e esclama: teatro dell'assurdo, che assurdità!''.
    Arrabal, spagnolo nato a Melilla in Marocco nell'agosto 1932, drammaturgo, poeta, narratore, pittore e regista, ha fatto parte del movimento surrealista lavorando con Breton, Tzara. Alle spalle oggi ha 14 romanzi a cominciare da ''Baal babilonia'', un migliaio di poesie e una produzione teatrale gigantesca da ''Fando e Lis'', ''Il cimitero degli automobili' o l'esemplare ''L'architetto e l'imperatore di Assiria'', cui si aggiungono 5 libretti lirici, una decina di raccolte di saggi e 4 libri sugli scacchi. (ANSA).
   

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