Un'inchiesta condotta dai
carabinieri di Livorno e coordinata dalla procura della città
toscana ha portato alla scoperta di un presunto racket dei
servizi di sicurezza nei locali di intrattenimento. Tre le
persone arrestate, nove indagate: "Disarticolata - spiega l'Arma
- una violenta organizzazione criminale italo-albanese", che
avrebbe operato nel territorio Livornese e che sarebbe stata
interessata "ad accaparrarsi anche la gestione del servizio di
controllo e sicurezza di alcuni locali della provincia di Pisa".
In particolare i carabinieri del nucleo investigativo del
reparto operativo di Livorno, coadiuvati dai militari delle
compagnie di Livorno e Pisa, hanno dato esecuzione a
un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip
livornese, nei confronti di 3 indagati a vario titolo per
associazione per delinquere, estorsione aggravata, illecita
concorrenza con minaccia o violenza, porto abusivo di armi da
sparo ed altro.
Le indagini, si spiega dall'Arma, sono scattate a fine 2018,
a seguito della denuncia del titolare di un'agenzia di sicurezza
privata che dichiarava "di essere vittima di intimidazioni da
parte di soggetti riconducibili ad una analoga società operante
in quel settore". Sarebbe poi "emerso un vero e proprio racket
nella gestione dei servizi di vigilanza e sicurezza" in diversi
locali della provincia di Livorno: gli indagati, italiani e
albanesi, avrebbero "promosso e costituito un'organizzazione
criminale con il preciso intento di acquisire il monopolio della
gestione della sicurezza dei locali notturni". Numerosi,
spiegano gli inquirenti, gli episodi documentati di minacce,
aggressioni, rapine e danneggiamenti contro titolari e
dipendenti delle agenzie concorrenti, tali da costringere le
vittime ad abbandonare la gestione del servizio a cui poi
sarebbero subentrati gli indagati.
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