Il Padiglione Italia diventerà una
scuola di restauro per opere d'arte in zona di guerra, dall'alto
livello tecnologico. Facendo tesoro dell'esperienza acquisita
dalla riproduzione in 3d del David di Michelangelo, esposto nel
teatro della Memoria dello stesso Padiglione ed una delle
principali attrazioni di questo Expo a Dubai, la struttura
inizialmente destinata a restare per i soli sei mesi di Expo,
avrà una vita più lunga di quella a cui era stata destinata. Lo
ha annunciato la professoressa Grazia Tucci dell'Università di
Firenze che ha guidato il progetto di riproduzione del
capolavoro michelangiolesco.
La Scuola Restauro Tech mapperà, acquisirà informazioni e
digitalizzerà i monumenti e le opere d'arte di quell'area del
Mediterraneo e Medioriente che si chiama 'Menasa'. Il
Medioriente è culla di millenarie civiltà umane, ma anche
territorio di zone di guerra che hanno portato a grosse perdite
culturali. Nelle zone di guerra di quest'area abbiamo visto
perdere opere d'arte come quelle dei Buddha di Bamiyan, oppure
la città di Palmyra in Siria. Facendo tesoro dell'esperienza di
digitalizzazione del David di Michelangelo e poi riproduzione
come copia fedele in 3d per portarlo all'Expo, verrà creata una
scuola in grado di affrontare il problema della conoscenza del
patrimonio nelle aree a rischio di conflitto, con 300 ore di
didattica.
"Abbiamo la conoscenza dei beni culturali, abbiamo delle
tecnologia all'avanguardia, unendo alla tecnologia il saper fare
italiano - dice all'ANSA la professoressa Tucci -. La conoscenza
è il primo passo di eredità che ci lascia questo padiglione in
futuro. Siamo partiti dalla digitalizzazione del David reale e
siamo arrivati alla riproduzione della Copia in 3D. Dal reale al
digitale fino a riprodurre nuovamente l'oggetto - conclude la
professoressa Tucci - integrando la tecnologia più aggiornata
con il saper fare italiano".
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