Sono 14 le vittime sul lavoro da
inizio anno in Toscana, e solo da aprile a oggi sono tre gli
incidenti mortali, compreso quello costato la vita a Luana
D'Orazio: è questo il motivo che oggi ha portato Cgil, Cisl e
Uil a scendere in piazza, con un presidio in via Cavour a
Firenze davanti alla Prefettura. Presenti i tre segretari
regionali dei sindacati confederali: Dalida Angelini (Cgil),
Ciro Recce (Cisl), e Annalisa Nocentini (Uil). I sindacati
chiedono un Patto per la Salute e la Sicurezza che coinvolga le
parti sociali; la proroga del blocco dei licenziamenti, senza la
quale si rischia la perdita di 100mila posti di lavoro da qui a
fine anno; la riforma degli ammortizzatori sociali. Cgil, Cisl e
Uil inoltre si dichiarano contrarie a deroghe al Codice degli
Appalti. "In un Paese ad alto rischio di infiltrazioni -
affermano - come le cronache ci hanno insegnato in questi anni,
non possiamo permetterci di fare concessioni alla criminalità".
Analoghe iniziative sindacali ci sono state anche a Siena.
"Siamo qui per per dire 'Basta morti sul lavoro', perché noi
pensiamo che la sicurezza sul lavoro sia un investimento e non
un costo", ha affermato Dalida Angelini, secondo cui c'è "una
grande responsabilità del sistema delle imprese, perché a fronte
di una situazione dove si riprende a lavorare non si può pensare
che il profitto vinca su tutto". Secondo Recce "servono più
controlli, più formazione, più addestramento: dobbiamo essere
pronti a far rispettare le leggi, quelle che abbiamo sono
sufficienti, ma vanno fatte rispettare". Per Nocentini "una
delle principali cause di queste morti sono sempre stati anche
gli appalti al massimo ribasso, che hanno sempre fatto un grande
favore anche alle aziende che non sono in regola. Noi le
chiamiamo morti bianche, ma sono morti rosso sangue".
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