E' stato "un determinante fattore
umano" a causare l'incidente: il velivolo francese stava
compiendo un "volo fantasma" sul ghiacciaio italiano. Lo scrive
il gup di Aosta nella sentenza con cui lo scorso 29 gennaio ha
condannato a 6 anni e 8 mesi di reclusione Philippe Michel, il
francese di 65 anni, pilota e istruttore di volo, accusato della
tragedia del Rutor, dove il 25 gennaio 2019 erano morte sette
persone nello scontro tra un aereo da turismo partito da Megève
(Francia) e un elicottero dell'eliski con base a Courmayeur
(Aosta). Per il giudice la presenza dell'aereo su cui si trovava
Michel era "inattesa e imprevedibile" e "avvenuta in totale
spregio delle normative internazionali, nazionali e regionali
che regolano il volo e, nello specifico, limitano fortemente la
possibilità di avvicinarsi all'area e di compiervi atterraggi e
ripartenze". Al pilota dell'elicottero, il toscano Maurizio
Scarpelli, morto nello scontro, non può "essere onestamente
mosso alcun appunto".
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