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Il Bataclan 6 anni dopo, al via il maxi processo

Il Bataclan 6 anni dopo, al via il maxi processo

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08 settembre 2021, 14:04

GIT

(di Tullio Giannotti)

Sei anni dopo la notte che Parigi non dimenticherà mai, quella del 13 novembre 2015 con le stragi del Bataclan e dei bistrot, si apre il maxi processo a palazzo di Giustizia. In un'aula costruita appositamente per la storica occasione, da mercoledì sfileranno alcuni degli imputati superstiti, guidati dall'unico terrorista ancora vivo fra quelli in azione quella sera, Salah Abdeslam. Per 1.800 rappresentanti delle vittime che si sono costituiti parte civile, per i familiari, per i sopravvissuti e per l'intero Paese si riapre una ferita. Si cominciò con i kamikaze allo Stade de France, dove si stava giocando Francia-Germania, poi con le sventagliate di mitra contro gli avventori seduti ai tavolini dei bar e dei bistrot, quindi l'irruzione del commando suicida armato di cinture esplosive al Bataclan, dove era in scena un concerto rock del gruppo californiano degli Eagles of Death Metal. In quel teatro morì anche Valeria Solesin, veneziana di 28 anni. In quell'attacco senza precedenti, telecomandato dall'Isis, furono uccise 130 persone e 350 rimasero ferite. In tanti riportarono traumi fisici e psichici permanenti. Nell'aula bunker che può ospitare fino a 3.000 persone - tante è stato calcolato che saranno presenti nelle giornate cruciali del processo - si andrà avanti almeno per 9 mesi, fino a maggio. Le giornate di udienza saranno 140, dei 20 accusati ne saranno fisicamente presenti 14 (11 in detenzione, altri 3 in libertà vigilata). Supersorvegliato sarà l'unico dei 10 kamikaze che non è riuscito o non era abbastanza determinato a togliersi la vita, il franco-marocchino Salah Abdeslam. Altri 6 saranno giudicati in contumacia, 5 dei quali (dirigenti dell'Isis) sono quasi certamente già morti nella regione fra Iraq e Siria. Il processo, che sarà integralmente filmato, si basa su un volume di dossier senza precedenti, 542 tomi, 47.000 verbali, una torre di pratiche cartacee di 53 metri di altezza. E' il frutto di 4 anni e mezzo di istruttoria dei giudici Jean-Marc Herbaut, David De Pas, Raphaelle Agénie-Fécamp, Richard Foltzer e Bertrand Grain. Presidente della Corte d'assise sarà il giudice Jean-Louis Peries. Nella maxi aula saranno 330 gli avvocati della difesa presenti, 141 i media che hanno accreditato dei giornalisti. Simbolica la scelta di non dirottare il processo - anche se logisticamente sarebbe stato più razionale - in un sito lontano dal centro. Il Palazzo di Giustizia, sull'Ile-de-la-Cité, il cuore di Parigi, sarà il luogo dove le stragi saranno rievocate, dove i colpevoli saranno giudicati. La sala Grand Procès, allestita ad hoc dopo lavori durati un anno e mezzo, è costata 7,5 milioni di euro. Servirà nel 2023 anche al processo per la strage di Nizza del 14 luglio 2016. Tutto, la sera del 13 novembre 2015, cominciò alle 21.16, quando il primo kamikaze si fece esplodere nei pressi dello stadio dopo non essere riuscito ad entrare e arrivare a contatto con il pubblico. Pochi minuti dopo, due commando di 3 uomini ciascuno aprirono il fuoco con i mitra sui tavolini di diversi bistrot, affollati di clienti, e sulla folla nel Bataclan. Nel teatro, l'assalto delle teste di cuoio sarà sferrato soltanto dopo la mezzanotte. Due dei killer riuscirono a fuggire ma 5 giorni dopo furono rintracciati dopo una caccia all'uomo casa per casa: il cervello operativo, il jihadista super ricercato Abdelhamid Abaaoud, fu ucciso con un complice in un appartamento di Saint-Denis, a nord della capitale. Seguì, nei giorni dopo il tremendo shock, una storica manifestazione internazionale guidata dal presidente Francois Hollande per le strade di Parigi, lo stato d'emergenza con chiusura delle frontiere e l'inizio della tentacolare inchiesta, che da subito coinvolse la giustizia belga: diversi, infatti, i movimenti che i terroristi avevano sfruttato sulla rotta fra la Siria - grazie alle basi di francesi e belgi partiti per combattere la jihad -, il Belgio e la Francia, con una connessione diretta per fornitura di armi e logistica fra la periferia di Bruxelles e quella di Parigi. In aula tutti gli sguardi saranno puntati su Abdeslam e su Mohamed Abrini, l'uomo che fu fotografato con il cappello durante gli attentati del 22 marzo 2016 all'aeroporto e alla metropolitana di Bruxelles. Con loro i giudici tenteranno di eliminare le ultime zone d'ombra dell'inchiesta, a cominciare dal ruolo e dalle reali intenzioni di Salah Abdeslam, 31 anni, finora chiuso in un mutismo assoluto durante tutta l'istruttoria.

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