"Nel deserto mi avevano avvisato a
stare attento a sabbia, sassi e pietre, ma si deve fare
attenzione pure ai cammelli. Al chilometro 60 dopo un cumulo di
sabbia ce n'era un gruppo di dieci e uno, nero, ha deciso di
venirmi incontro: io sono andato dall'altra parte sui dossi e mi
sono cappottato". Felice per la vittoria nella 5/a tappa della
Dakar che gli è stata assegnata dopo la penalizzazione di 6
minuti inflitta all'australiano Price, Danilo Petrucci racconta
le 'disavventure' che, nonostante tutto, alla fine lo hanno
portato al successo. Il ternano della Ktm dopo la caduta avrebbe
potuto mollare, invece non ha mollato a conferma di uno dei suoi
soprannomi, "l'Inarrestbile". "Dopo il capitombolo è arrivato
Sanders e con lui siamo andati a riprendere tanti concorrenti -
le parole di Petrucci -, ma dopo un waypoint ci siamo persi in
sei. Sono tornato indietro ho ritrovato la via e ho fatto pure
strada a due Yamaha, quando speravo mi aiutassero loro". Poi
l'ultimo tratto: "gli ultimi 60 chilometri sono stati sulle
dune, non sulle pietre e per poco non cado in un buco - racconta
-: ho sentito una botta alla caviglia e ho temuto, ma per
fortuna mi è andata bene".
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