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In evidenza
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ANSA) - LIDO DI VENEZIA, 28 AGO -
Sigourney Weaver un po' scherza e un po' no quando dice: "sono
onorata del Leone d'oro alla carriera a Venezia ma nel pacchetto
del premio non possiamo metterci anche un film italiano?".
L'attrice americana, che sotto al Palazzo del Cinema giovani fan
aspettano con in mano la locandina di Avatar, uno dei suoi film
più popolari, professa amore per la nostra cinematografia e come
capita davvero molto spesso (sempre oggi ha detto la stessa cosa
anche Tim Burton) paga un tributo di crescita e di passione
verso il cinema proprio a partire dalla nostra filmografia. "Da
spettatrice mi sono innamorata di Fellini, De Sica e Antonioni.
Mi ricordo Divorzio all'italiana come fosse ieri, quei film mi
portavano in un mondo diverso ed è lì che è cominciato tutto".
Weaver, 74 anni portati con grande splendore, questa sera alla
cerimonia di apertura della 81/ma Mostra del cinema di Venezia
riceverà dall'attrice francese Camille Cottin il premio, ma di
fine carriera non si parla affatto: "Ho ancora due Avatar -
scherza - e a Londra in teatro, una mia grande passione, sarò
Prospero nella Tempesta di Shakespeare". Quanto al tenente Ellen
Ripley della saga di Alien di Ridley Scott, uno dei ruoli che
l'hanno resa famosa, non esclude il ritorno. "Spesso mi chiedo
perchè dovrei fermarmi. E' vero sono stata molto fortunata, ho
sempre amato e rispettato questo lavoro e incontrato registi
adorabili come Peter Weir e Ridley Scott che mi hanno dato la
possibilità di interpretare persone più che donne, recitare una
parte che non deve essere femminile per forza e questo è raro.
Si sono ritrovati a pensare in questa industria che donne più
agee potevano interpretare persone reali". Alien, Avatar, ma
anche Gorilla nella nebbia ("Lavoro sempre per la fondazione
Dian Fossey per la salvaguardia di questi animali che amo
tanto"), Sigourney Weaver ha una carriera di donne
cinematograficamente non stereotipate. "Mi chiedono sempre
perchè interpreto donne forti e la ritengo una domanda davvero
strana: semplice, le donne sono forti, lo sono da sempre e tutti
i giorni, sono in prima linea su ogni emergenza, a cominciare
dalla crisi climatica e non lo sono perchè vogliono ma perchè
devono", s'infiamma Weaver. "E le donne reali sono la mia fonte
d'ispirazione. Ad Hollywood non siamo state utilizzate come
potevamo, siamo in grado di fare tutto, il cinema ha utilizzato
solo un pezzo di torta ma ce la meritiamo intera. E se io a mia
volta sono considerata un simbolo per l'empowerment ad Hollywood
sono felice, ma lo devo a loro. Tante donne mi ringraziano:
pensare che il mio lavoro possa avere avuto un impatto per le
donne mi rende felice, ora siamo tutte elettrizzate per Kamala
Harris". Figlia d'arte, un padre produttore tv, una madre
attrice, racconta di aver cominciato "quasi contro la loro
volontà, come tutti i genitori che non vogliono che fai la loro
professione perchè ne conoscono i lati negativi". "Erano
convinti che mi avrebbero mangiata viva nel mondo del cinema e
invece si sono dovuti ricredere", aggiunge Sigourney Weaver che
vuole ricordare anche la sua primissima fonte d'ispirazione
Ingrid Bergman, "di cui sono stata assistente agli inizi della
mia carriera".
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